MONTEROTONDO – Tentata rapina nel parco, senzatetto condannato

Il 50enne pregiudicato Antonio D. P. accusato di aver minacciato con un coltello due 18enni per avere soldi e cellulari. L’imputato: “Mi schernivano e mi sono difeso”

In aula si è difeso sostenendo di essere stato provocato e di aver reagito agli scherni dei ragazzi, ma non è stato creduto. Così ieri, mercoledì 9 febbraio, il Tribunale di Tivoli ha condannato per tentata rapina e porto abusivo di arma bianca Antonio D. P., un 50enne pregiudicato e clochard di Monterotondo. L’uomo, originario della Campania e attualmente detenuto per altri reati nel carcere di Teramo, dovrà scontare una pena di 16 mesi e 15 giorni di reclusione e a pagare una multa di 350 euro.

Il fatto era accaduto nella tarda serata del 2 agosto 2018 nel parco pubblico di Monterotondo, dove Antonio D. P. dormiva all’aperto. Nel processo davanti al Collegio presieduto da Nicola Di Grazia – a latere i giudici Emanuela Maria Francini e Sergio Umbriano – l’uomo ha raccontato che quello era stato un periodo difficile della sua vita a seguito della separazione dalla moglie e dai figli, nonché per la perdita del lavoro e di un tetto.

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Secondo la denuncia dei due 18enni eretini, quella sera Antonio si avvicinò lentamente ai ragazzi e con un coltellino in mano li minacciò di consegnargli i soldi e i telefoni cellulari. A quel punto, i giovani fuggirono e allertarono il 112. Quando i carabinieri giunsero sul posto trovarono Antonio D. P. seduto su una panchina e lo denunciarono.

Ieri in aula la Procura di Tivoli ha richiesto di riqualificare il reato di rapina in quello di minaccia aggravata, ma il Tribunale ha giudicato colpevole l’imputato.

“Il mio assistito – spiega l’avvocato Fabio Abbruzzese del Foro di Pescara, legale del 50enne – ha sempre sostenuto che quella sera i due ragazzi lo presero in giro e lo infastidirono lanciandogli dei sassi mentre riposava sulla panchina del parco pubblico, tant’è che si avvicinò lentamente per farli desistere. Il mio assistito ha inoltre riferito che portava il coltellino per paura, in quanto in quel periodo era costretto a dormire all’aperto.

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Attendiamo 90 giorni per la pubblicazione delle motivazioni e poi ricorreremo in Appello”.

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