GUIDONIA - Rifiuti, riapre la strada d’accesso all’impianto: arriva la “monnezza”

Il Tar accoglie il ricorso della società di Manlio Cerroni e condanna l’atteggiamento ostruzionistico del sindaco Barbet. I contribuenti pagano 5 mila euro di spese legali al proprietario del Tmb

Era un verdetto annunciato, almeno da parte di chi “mastica” un poco di pubblica amministrazione.

Ad ottobre 2021 lo aveva chiarito il Tar, a dicembre lo aveva ribadito il Consiglio di Stato: il sindaco non poteva chiudere via dell’Inviolata, l’unica strada d’accesso all’impianto di Trattamento meccanico biologico di rifiuti a Guidonia Montecelio. Insomma, era un atto scritto coi piedi l’ordinanza contingibile e urgente numero 190 firmata il 4 agosto 2021 da Michel Barbet, il capo dell’amministrazione a guida Movimento 5 Stelle e Partito Democratico.

Lo ha stabilito oggi pomeriggio, lunedì 4 aprile, il Tribunale amministrativo regionale con la sentenza numero 3886. Una sentenza attesa dal 14 gennaio scorso, giorno in cui si è celebrata l’udienza decisiva.

Dopo quasi tre mesi di riserva, oggi in 12 pagine i magistrati hanno accolto il ricorso della “Ambiente Guidonia Srl”, società del gruppo di Manlio Cerroni proprietaria del Tmb, censurando il comportamento del sindaco Barbet che la scorsa estate aveva vietato l’accesso anche ai mezzi adibiti alla manutenzione ordinaria e straordinaria delle aree industriali dell’ex discarica dell’Inviolata, dello stesso impianto Tmb, oltre che dell’impianto della società Marco Polo Engineering, di Autostrade per l’Italia, del Gasdotto e di siti collegati.

Il pretesto per chiudere la strada era l’abbandono incontrollato di rifiuti in via dell’Inviolata da parte di ignoti, situazione che l’amministrazione 5 Stelle-Pd conosceva da tempo e non solo non ha mai fronteggiato, ma negò alla società “Ambiente Guidonia” la possibilità di rimuovere i rifiuti a proprie spese.

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Nella sentenza pubblicata oggi il Tar chiarisce un concetto: l’azienda di Cerroni avrebbe diritto di gestire in via ordinaria il proprio impianto in quanto regolarmente autorizzata e titolare del diritto d’impresa previsto dall’articolo 41 della Costituzione.

I giudici hanno condiviso la tesi secondo cui l’ordinanza di Barbet sarebbe affetta da sviamento di potere come comprovato dal complesso delle dichiarazioni di contrarietà all’impianto rese dal Sindaco, e dal fatto che l’accesso dei mezzi per il conferimento dei rifiuti nell’impianto non sarebbe la causa dell’illecito sversamento dei rifiuti che il capo dell’amministrazione vorrebbe prevenire.

I giudici sottolineano che via dell’Inviolata è di proprietà della Provincia, unica titolata a disciplinarne la circolazione, e che l’ordinanza di Barbet ha una durata sostanzialmente illimitata anche se fin dal 1961 la Corte costituzionale ha precisato che le ordinanze contingibili ed urgenti potrebbero avere durata essenzialmente temporanea.

A parere del Tar, il provvedimento del sindaco è affetto da un significativo difetto di logicità in quanto non è idoneo a perseguire il fine che l’ordinanza sindacale dichiara di perseguire.

Infatti, l’atto del 4 agosto 2021, al fine di evitare il perpetuarsi dello sversamento incontrollato di rifiuti sulla strada da parte di ignoti, ha prescritto il divieto di accesso e circolazione anche ai mezzi destinati al conferimento dei rifiuti presso l’impianto Tmb come se la situazione di pericolo possa essere, in qualche modo, causata da tale attività il che deve essere decisamente escluso se non altro per il fatto che, benché regolarmente autorizzato, non è ancora entrato in funzione.

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Proprio l’assenza di alcun nesso di causalità tra l’esercizio dell’attività ordinaria dell’impianto e la situazione di pericolo che l’ordinanza sindacale dichiara di volere prevenire induce i giudici a ritenere che la misura adottata dal Sindaco di Guidonia sia assolutamente inidonea ad ovviare alle criticità evidenziate.

Un’ordinanza sindacale intrinsecamente contraddittoria ed illogica e, per di più, priva di proporzionalità in quanto impone al privato un sacrificio eccessivo rispetto al fine dichiaratamente perseguito.

Nella conclusione della sentenza i giudici del Tar vanno anche oltre.

In realtà – si legge nel provvedimento di oggi – proprio i vizi in esame palesano, nel loro complesso, anche la sussistenza del prospettato eccesso di potere per sviamento in quanto l’atto impugnato risulta essere stato emesso per un fine diverso da quello dichiarato, come, del resto, desumibile anche dalle dichiarazioni rese in pubblico dal Sindaco in ordine alla sua contrarietà all’apertura dell’impianto di trattamento dei rifiuti di cui la Ambiente Guidonia è titolare”.

Gli atti spericolati del sindaco Barbet avranno un costo per la collettività: il Comune deve risarcire alla società proprietaria del Tmb 5 mila euro di spese legali.

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