GUIDONIA – Va a casa dell’ex e la violenta, condannato

Pena di 7 anni e 3 mesi per un pregiudicato italiano di Tivoli Terme

Per due volte nel giro di dieci giorni si presentò a casa dell’ex e la abusò.

Per questo ieri, mercoledì 13 luglio, il Tribunale di Tivoli ha condannato in primo grado a sette anni e tre mesi di reclusione un 38enne pregiudicato italiano per violenza sessuale aggravata nei confronti della ex compagna.

Il Collegio presieduto da Nicola Di Grazia – a latere i giudici Emanuela Maria Francini e Sergio Umbriano – hanno non soltanto condiviso la ricostruzione della Procura, che aveva richiesto una pena di 7 anni, ma ha addirittura inasprito la condanna.

Per l’imputato è scattata anche l’interdizione perpetua dai pubblici uffici e il pagamento di una provvisionale immediatamente esecutiva di 10 mila euro a favore della vittima.

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Il 38enne di Tivoli Terme, un passato da cuoco e tatuatore con precedenti per armi e droga, era finito sul banco degli imputati dopo la denuncia da parte della sua ex, una donna di Guidonia Montecelio oggi 32enne, insieme alla quale aveva avuto una lunga relazione sentimentale.

Dal processo è emerso che a gennaio 2017 la donna aveva deciso di interrompere il rapporto, ma l’uomo non aveva accettato la decisione. Secondo l’accusa il 38enne si sarebbe presentato a casa dell’ex a Guidonia nella notte tra l’1 e il 2 agosto 2017 e nella giornata del 10 agosto 2017.

In entrambi le occasioni il cuoco e tatuatore avrebbe prima ingiuriato e minacciato la ragazza, quindi sarebbe passato alle vie di fatto bloccandola, scaraventandola addosso al muro e poi sul letto, strappandole le mutande e abusandola. Un orrore ribadito dalla vittima anche in aula al Tribunale di Tivoli, dove hanno deposto alcuni testimoni a suo favore sufficienti a dimostrare la sua colpevolezza.

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Le motivazioni della sentenza saranno pubblicate tra 90 giorni.

Attendiamo di leggere le motivazioni – commenta il legale dell’imputato, l’avvocato Debora Capobianchi di Tivoli – e ricorreremo in Appello per far emergere la verità dei fatti.

Le dichiarazioni rese dalla parte offesa si sono dimostrate tutt’altro che attendibili e credibili e non integrano le accuse formulate dalla Procura”.

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