SAN POLO DEI CAVALIERI – Enrico Chiarot, chi era l’escursionista morto sui Monti Lucretili

Il 55enne era istruttore e guida ambientale, studioso della fauna, agronomo e docente a “La Sapienza”. Si ipotizza un malore

La Natura era tutta la sua vita. I mari, i fiumi e i laghi, ma soprattutto la montagna.

Si chiamava Enrico Chiarot il 55enne romano rinvenuto all’alba di oggi, giovedì 29 dicembre, senza vita nel Parco Regionale dei Monti Lucretili (CLICCA E LEGGI L’ARTICOLO).

Era un esperto della montagna, Enrico Chiarot, per questo al momento l’ipotesi più accreditata è che sia stato colto da un malore improvviso e non sia riuscito ad allertare i soccorsi.

Dottore Agronomo Forestale Fitopatologo, Docente presso la Facoltà di Architettura dell’Università “La Sapienza” di Roma, consulente di Roma Capitale e Acea Spa per la progettazione del verde.

Ma anche Istruttore e Guida Subacquea presso il Centro Immersioni di Civitavecchia, Guida Ambientale Escursionista Professionista della Lagap, la Libera Associazione Guide Ambientali.

Le ricerche di Enrico Chiator erano iniziate ieri pomeriggio, mercoledì 28 dicembre, quando non aveva dato più notizie dai Monti Lucretili.

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Alle 20,05 di lunedì 26 dicembre sul suo profilo Facebook aveva postato un videoCLICCA E GUARDA IL VIDEO - girato nella mattinata del giorno di Santo Stefano al Prato delle Forme, nel territorio di Roccagiovine.

Un video di cavalli allo stato brado nel Parco, seguito dal post in cui annunciava per l’indomani l’escursione sul Monte Pellecchia.

Oggi, giovedì 29 dicembre, il Coordinatore Nazionale della Lagap, Marco Fazion, ha raccontato con un post su Facebook le drammatiche ore della scomparsa e il tragico rinvenimento.

Abbiamo sperato fino all’ultimo, chiamando i Carabinieri di Tivoli ogni due ore per avere informazioni… – si legge nel post – ma alla fine quello che temevamo si è realmente verificato.

Il nostro collega e socio Enrico Chiarot ha trovato la morte, probabilmente per un malore, sui Monti Lucretili, in quei boschi cui aveva dedicato, negli anni, tanta passione e lavoro.

Agronomo fitopatologo e studioso della fauna selvatica, si trovava, come quasi tutti i giorni, in montagna da solo per lavoro. È successo qualcosa, ha potuto dare l’allarme, poi più nulla. Abbiamo atteso per divulgare la notizia, ormai certa dalla tarda serata di ieri, che i familiari fossero avvertiti.

Ci sarà il tempo per i comunicati ufficiali, per la ricostruzione di quanto accaduto, per i necrologi.

Al momento, avendo personalmente conosciuto ed apprezzato Enrico, la sua preparazione, la sua affidabilità e le sue doti umane, veramente, non trovo parole all’idea che non lo potremo più rivedere e resta soltanto l’amaro in bocca per un amico morto da solo, a dispetto di tutti gli sforzi profusi dai soccorritori, in un bosco a un passo da Roma”.

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