GUIDONIA – Abusi edilizi, botte e denunce: guerra nel condominio

Lettera aperta di Quirina Papili di Villalba al Tribunale di Tivoli

Da Quirina Papili di Villalba di Guidonia riceviamo e pubblichiamo:

“Da 38 anni sono vittima delle violenze del Condominio di via Palermo numero 10 a Villalba di Guidonia.

Motivo del contendere, il mantenimento degli abusi edilizi, alcuni dei quali, ancora adesso, sono addossati al cornicione esterno al mio terrazzo.

Inoltrai denuncia al comune di Guidonia Montecelio nel 2016 e svariati solleciti al sindaco pro tempore Michel Barbet. Il proprietario di uno degli attici sottostanti, dopo aver rimosso le sue tettoie che avevano leso i cornicioni esterni al terrazzo, mi pestò in strada tra la gente causandomi la perdita di conoscenza, il ricovero in ospedale, e la successiva perdita di denti sani.

A questa aggressione seguirono azioni persecutorie.

Posso solo affermare che non sono stata difesa da una avvocata di Guidonia, e che a distanza di 5 anni il processo davanti al Giudice di Pace ancora deve iniziare. Il 16 aprile 2018, l’allora dirigente all’Urbanistica del Comune di Guidonia Montecelio emanò ordinanza di demolizione di una pompeiana, di 45 metri quadrati, stagliata su via Tiburtina malgrado lo stesso provvedimento andasse emanato sull’altra pompeiana abusiva che dà su via Palermo e che appartiene ad altri proprietari.

La Procura di Tivoli aprì l’inchiesta sulle otto ordinanze di demolizione che si erano arenate. Fui interrogata due volte nel 2019. L’inchiesta non si sa che fine abbia fatto. Ho subito ritorsioni pesantissime anche sul posto di lavoro, quale funzionaria del comune di Guidonia dal 1978.

Nel frattempo il proprietario di uno degli attici sottostanti, lo stesso che mi pestò in strada, lamentando infiltrazioni aveva avviato un processo fondato su perizie platealmente infondate: le infiltrazioni erano localizzate nei pressi del cornicione dove erano addossate le tettoie abusive e sotto il terrazzo condominiale, a 4 metri di distanza dal mio, e sotto il vano dove sono alloggiati i 21 cassoni dell’acqua potabile che lo allagano da 50 anni!

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Ovviamente il CTU nominato dal Tribunale di Tivoli rifiutò di periziarlo! A queste sviste si aggiunga che i miei due avvocati di Guidonia non mi avevano difeso: tanto il primo quanto soprattutto il secondo dei due, aveva ripetutamente omesso di allegare agli atti processuali la perizia predisposta dal mio consulente tecnico che smentiva fattualmente quella del CTU le cui lacune erano evidenti e grossolane.

Quando subentrò il terzo avvocato, di altra regione, la situazione era già compromessa: egli tuttavia spiegò al giudice che non ero stata difesa e gli chiese di approfondire da dove provenissero effettivamente le infiltrazioni per evitare danni ingenti in quanto il mio terrazzo non ci azzeccava nulla. Il giudice, per tutta risposta, mi costrinse a firmare una liberatoria, a versare 7.250 euro, ad aprire casa mia e a far sfondare nel mese di dicembre del 2020 ben 100 metri quadrati di terrazzo di 170 metri di mia proprietà, al confine del terrazzo condominiale che ne misura altri 130.

L’intenzione era palese: far allagare tutto il piano sottostante e far crescere il monte risarcimenti!

Poi, per motivi di salute del terzo Avvocato, gli è subentrato il collega di studio con il quale sono caduta dalla padella nella brace perché egli non ha compiuto alcun atto a tutela dei miei sacrosanti diritti esponendomi però allo stalkeraggio giudiziario intrapreso dal mio Stalker e dalla sua Avvocata e dallo stesso Condominio con una serie di processi infondati che hanno un costo economico e psicologico. In realtà il proprietario di uno degli attici sottostanti al mio si è venduto l’appartamento e i nuovi proprietari manifestano gli stessi problemi che non sono stati risolti.

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L’intento plateale di tutti costoro è comprensibilmente finalizzato a indurmi a subire in silenzio le loro violenze e a rinunciare a qualsivoglia risarcimento sia dei danni causati alla mia persona dallo Stalker sia dei danni causati alla mia proprietà, ferma restando la loro volontà di mantenere gli abusi edilizi deleteri che hanno impedito addirittura di accedere al Bonus 110% per ristrutturare con le agevolazioni del caso l’edificio sgarrupato.

Sono riusciti a compiere un vecchio progetto mirato a distruggere casa mia e il mio terrazzo pur di giungere in prossimità della pompeiana orrida e fatiscente e maldestramente coperta con dei tavelloni al solo scopo di apporvi una guaina bituminosa che eviti infiltrazioni delle acque meteoriche al soffitto interno del suo proprietario.

L’Assemblea già nel 2010 aveva deliberato che la pompeiana fosse demolita.

Ma l’esecuzione è stata omessa.

Inoltre sulla pompeiana incombe ormai da 5 anni l’ordinanza esecutiva del comune di Guidonia, ma l’Amministratore e l’Assemblea continuano a ignorarla. Basti pensare che lo sfregio più piccolo compiuto verso di me riguarda la mancata comunicazione dei lavori all’Agenzia delle Entrate così da impedirmi di scaricare la metà della quota parte pari a 3600 euro dalla mia dichiarazione dei redditi nel corso dei prossimi anni.

Vorrei chiedere ai giudici tiburtini se si sono posti il dilemma, per quale motivo mi sarei dovuta opporre al danneggiamento irreparabile della mia porzione immobiliare e delle parti comuni dell’edificio se non esclusivamente per scongiurare che l’ammontare degli ingenti danni causati raggiungessero somme di centinaia di migliaia di euro?

Chiudo rammentando come tutti i procedimenti che mi riguardano sia al Tribunale civile di Tivoli che in Procura imboccano tunnel senza uscita…”.

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