Dove porteremo adesso l’immondizia?

Dopo il secondo rogo di Malagrotta avanza il quesito veramente inquietante

L’impianto di Malagrotta è andato alle fiamme durante il pomeriggio della Vigilia di Natale. È il secondo rogo per la struttura contenitiva dell’immensa mole di mondezza maldestramente differenziata dai cittadini. Dopo la difficile operazione di messa in sicurezza effettuata dai Vigili del Fuoco, dopo le domande di rito sulle possibili cause e gli inquietanti dilemmi sulla possibilità che l’incendio sia stato dolosamente organizzato, il dilemma più inquietante arriva sul domani.

Quale potrà essere la politica ambientale della Città Metropolitana per la raccolta e gestione dei rifiuti? Silenzio angosciante. A parlare però è il sindacato, l’unica associazione momentaneamente rimasta non intossicata dal panettone che pone drammaticamente il problema. “A diciotto mesi di distanza – hanno detto – si sta alzando nuovamente un’imponente colonna di fumo dall’impianto che accoglie quasi un quarto dei rifiuti romani”.

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Sempre il sindacato è l’unica formazione a parlare di politica in termini concreti: “se l’impianto non potrà essere utilizzato rischiamo un impatto devastante sulla raccolta e gestione dei rifiuti”. Conferma le preoccupazioni l’assessora Sabina Alfonsi: “sembra certo che l’impianto non potrà essere operativo per un tempo non breve da stabilire. Si tratta del secondo impianto in ordine di importanza per il trattamento dei rifiuti di Roma, presso il quale Ama conferisce ogni giorno circa seicentocinquanta tonnellate di rifiuti, per un totale di duecentomila tonnellate l’anno. Certamente si tratta di un evento non privo di conseguenze sul regolare svolgimento dell’attività di gestione dei rifiuti, in un periodo in cui la produzione aumenta”.

Quindi dopo il rogo, la rovina di una politica ambientale e le risposte forti eternamente rimandate anche per la resistenza ambientale formatasi attorno agli amministratori come ai governatori regionali. Ma soprattutto quello che resta del poco messo in piedi dalla giunta Gualtieri per dare risposta all’assillante problema del ricovero dei rifiuti e dallo smantellamento dalle strade romane.

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Finora il governo della città di Roma non è riuscito a dire nulla in più aldilà delle raccomandazioni date dall’assessora Sabina Alfonsi sul momento in cui di fatto divampava l’incendio. Ha raccomandato di tenere chiuse le finestre. Ma ha anche ammesso che con questo disastro sono a rischio la gestione dei rifiuti nella città metropolitana.

Non ci sono motivi di allarme per le condizioni di salute della cittadinanza. Né feriti né intossicati. Perimetrata e messa in sicurezza l’area dell’impianto di gestione dei rifiuti.

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