“Nel posto più brutto del mondo ho conosciuto la Bibbia e i suoi principi. Le sbarre non hanno impedito a Dio di toccare il mio cuore e farmi cambiare. E ora mi sento libera”.
Così C. F., 48enne detenuta a Rebibbia, dove sta scontando una condanna a trenta anni, è stata battezzata come Testimone di Geova.
Lo annuncia il movimento religioso in un comunicato stampa divulgato oggi, martedì 17 settembre.
L’evento inusuale ma gioioso è stato celebrato venerdì 13 settembre in un locale allestito per l’occasione all’interno della sezione femminile del carcere di Rebibbia.
Secondo il comunicato stampa, la donna ha iniziato a studiare la Bibbia con i Testimoni di Geova in carcere a ottobre 2019, continuando poi per lettera durante la pandemia di Covid-19 fino alla decisione di battezzarsi e diventare una fedele.
“Oggi la mia gioia è incontenibile”, ha detto C. F. il giorno del battesimo.
Tanta emozione anche per chi l’ha assistita in questo percorso di vita nonostante le difficoltà imposte dal regime carcerario.
“Si è trattato indubbiamente di un’esperienza molto particolare perché lo studio della Bibbia è iniziato a ottobre 2019 e a marzo 2020 la pandemia ha reso impossibile l’accesso al carcere”, commenta Anna Paola Ghigi, una delle volontarie dei Testimoni di Geova che opera nelle carceri.
“Non potendo incontrare la detenuta, per tutto quel periodo abbiamo trattato per lettera i principi biblici – prosegue Anna Paola Ghigi – È stato bello vedere come, man mano che si sforzava di mettere in pratica quello che imparava, lei riusciva ad affrontare con fiducia le problematiche che le si presentavano e la facevano soffrire.
Per me è una gioia immensa vedere come lo studio della Bibbia l’ha resa una persona felice, dandole uno scopo nella vita e una speranza per il futuro, nonostante la sua condizione di detenuta”.
Il comunicato stampa sottolinea che quella di C. F. non è l’unica storia di riscatto umano e recupero sociale tra detenute e detenuti che hanno scelto di studiare la Bibbia con i Testimoni di Geova e seguire nella propria vita i valori che imparano.
“Quella cui abbiamo assistito oggi è l’ennesima dimostrazione di come i principi biblici possano aiutare le persone a vivere meglio – dice Francesco Torrasi, ministro di culto dei Testimoni di Geova – Grazie all’istruzione biblica, le persone adottano nuovi stili di comportamento basati sull’amore, il rispetto e l’onestà.
Inoltre, la solidarietà che trovano all’interno della nostra comunità li fa sentire come parte di una famiglia e favorisce il loro recupero e reinserimento sociale”.