Sessanta secondi simbolici di raccoglimento per tutte le vittime del terrorismo, da quelle più lontane nel tempo (lAmerica nel 2001, lIndonesia nel 2002, la Spagna nel 2004, la Gran Bretagna nel 2005, lIndia nel 2008 e il Kenya nel 2013) fino alle più recenti di questanno (Kenya, Tunisia, Turchia, Egitto, Libano e Francia). E se fossi morto? il romanzo in concorso di Muhammad Dibo, è stato linput letterario di uno scambio culturale tra lautore e i partecipanti. Mediatrice dellincontro Fernanda Antonini, membro della giuria. Erano presenti in sala Federica Pistono, traduttrice dellopera, Chiarastella Campanelli, curatrice della collana Altriarabi, e Fouad Roueiha, giornalista e interprete.
Lautore
La trama
Sono le prime ore del mattino quando il protagonista viene svegliato dal suono del telefono: unamica gli comunica che un giovane di nome Muhammad Dibo è stato ucciso nella città di Duma. Con questo strano caso di omonimia, lautore traccia una lunga testimonianza sulla guerra civile siriana, dal suo principio sullonda delle rivoluzioni tunisina, egiziana e yemenita, fino allo sgretolarsi della Siria sotto la macchina repressiva del potere e degli interventi stranieri. Un abile intreccio di storia contemporanea e narrativa che ha come protagonista luomo e il pianto, il terrore, le bombe, il canto e il sogno di una patria che possa volare libera.
Quando la madre è una “catena”
Dopo linizio della rivoluzione spiega Dibo tra le cose che mi causavano maggiore difficoltà cera mia madre e la relazione con lei: presente e pronta ad allontanarmi dalla politica, la stessa che gli aveva portato via mio padre. Per questo ho sempre vissuto un forte conflitto interiore, perché da un lato non volevo che soffrisse ancora, dallaltro sentivo viva lesigenza di lottare per la mia patria oppressa. Il suo amore prosegue era diventato il mio limite. Nel 2008, quando ho scritto Errore elettorale, i servizi segreti mi hanno convocato per un interrogatorio, e noi sappiamo bene cosa può voler dire nel mio paese. Il giorno della convocazione mia madre mi ha salutato come se fosse lultima volta che ci saremmo visti. Quando la sera, per fortuna, sono tornato a casa, lho trovata in un angolo con il volto funereo. Da lì conclude mi sono ripromesso che non lavrei più esposta a tale sofferenza. Poi però con linizio della rivoluzione ho dimenticato questo proposito e sono sceso in piazza a Damasco a manifestare contro il regime. E sono stato arrestato.
Larresto e la prigionia nelle dure carceri siriane
La fabbrica della paura: la dittatura e il legame tra terrorismo e oppressione
chiamavo paradiso della paura la vita che vivevo fuori dal carcere, e inferno della paura lesistenza che si viveva dentro. Sì, la nostra vita è diventata questo: inferno e paradiso in ununica paura. Non basta forse questo a rovesciare un regime? (tratto da E se fossi morto? pag. 89 ndr). La dittatura permea ogni aspetto della Siria spiega Dibo dalla scuola alla stampa, e la prima cosa che si impara è proprio la paura. Tra il grande carcere, la Siria, e il piccolo carcere, quello vero e proprio, la differenza sta nel dolore fisico che si prova nel secondo luogo, poiché la sofferenza intellettuale vive in entrambi. Il piccolo carcere, quello dove nasce e si forma il terrorismo, cerca di piegare coloro che si sono ribellati al grande carcere. Io faccio parte della componente alauita (gruppo religioso musulmano sciita ndr), la stessa del regime, eppure a questultimo mi oppongo fortemente. Quando a Damasco chiedevamo riforme contro lintegralismo islamico, cercando di organizzare conferenze, venivamo sempre ostacolati e ci venivano negate le autorizzazioni. E il regime, attraverso la televisione, continuava la sua propaganda di oppressione diffondendo la paura. Questa è la chiave: bisogna combattere loppressione per fermare il terrorismo. La liberta ce lhai quando non ti rendi conto di essere libero.
Saranno sconfitte le colombe? Assolutamente no
Come laereo sparisce dal cielo, patria delle colombe, così la tirannia sparirà dalla mia patria, perché le colombe ci sono alleate nel viaggio verso la libertà
Perché volino le colombe e piova su di noi: libertà, libertà, libertà nel cielo di Damasco! Saranno sconfitte le colombe? Assolutamente… no”.
Il prossimo incontro venerdì 4 dicembre
Sarà presentato venerdì 4 dicembre alle ore 19 il quarto libro in concorso, La scuola possibile, tra utopia e realtà: una storia di teatro in un liceo, di Paola Prandi (Robin edizioni). Location ancora da definire.
Rara Piol