Assalto alla Casa del gioco con sequestro di persona

armati di una pistola e quasi sicuramente stranieri, si sono messi in tasca qualche migliaio di euro senza torcere un capello a Simone Martelletti, 23 anni, da sei mesi dipendente del locale che già il primo aprile era stato preso di mira da un bandito solitario.
Entrambe le rapine sono state denunciate ai carabinieri della stazione di Tivoli Terme, che hanno sequestrato le immagini del sistema di videosorveglianza nella speranza di risalire agli autori.
L’ultimo assalto si è consumato nella notte tra giovedì 25 e venerdì 26 ottobre, un’ora in cui sulla Tiburtina non gira anima viva e l’illuminazione pubblica è quella che è. I ladri sono entrati in azione favoriti dal buio dieci minuti dopo l’una, quando Simone Martelletti si accingeva a chiudere la sala.
Nel momento in cui stava per abbassare la saracinesca, il ragazzo di Tivoli Terme è stato aggredito alle spalle da due uomini che lo hanno spinto all’interno, immobilizzato e trascinato nell’ufficio per poi privarlo del telefonino, “impacchettarlo” con del nastro americano telato.
Una volta legato per i polsi ai braccioli di una sedia, imbavagliato e gettato sul pavimento, i banditi hanno razziato contanti, svuotato i cambiamonete, fuggendo via e facendo perdere le tracce.
Non si tratta della prima rapina a “La Casa del Gioco”, tant’è che già nel pomeriggio del primo aprile un uomo aveva portato via circa nove mila euro. Verso le tre del pomeriggio il ladro fece irruzione col viso travisato da passamontagna e con una pistola minacciò uno dei titolari.
La sala è aperta da tre anni e non sarebbe assicurata.
Una rapina simile a quello di Tivoli Terme era già stata messa a segno sabato 10 marzo all’Atlantic City, la sala giochi di via Cavour, a Villanova. Un colpo audace e violento, consumato in pieno giorno nel giro di un quarto d’ora, che aveva fruttato 8 mila euro. Era mezzogiorno e il titolare, Antonio D’Alessio, era solo nel locale, quando fu sorpreso alle spalle da un bandito col volto travisato da un passamontagna e armato di cacciavite.
Il balordo lo tramortì e “impacchettò”, legandolo mani e piedi con del nastro da pacchi, per poi trascinarlo nella sala delle Vlt. A quel punto il ladro fece entrare un paio di complici, chiuse a chiave la porta dall’interno puntando alle otto slot machine aperte coi piedi di porco e “ripulite” dell’incasso.
Non contenti, i banditi sradicarono con un frullino i due cambiamonete attaccati al muro con gli stop.

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