Tivoli – La banda del buco passa dal soffitto. Colpo da 200 mila euro in gioielleria

Che l’appartamento fosse sfitto da tempo era noto a tutti per via dei cartelli “affittasi”. Ma sapere anche quale stanza corrispondesse con la gioielleria sembra troppo per essere considerato un caso o un colpo di fortuna.
Un lavoro “pulito”, roba da manuale del crimine, un colpo in pieno giorno che alla “banda del buco” ha fruttato 200 mila euro. E’ il valore dei preziosi trafugati venerdì mattina 13 dicembre alla gioielleria “La Sfinge” di viale Tomei 75, a Tivoli. Sul caso indagano gli agenti del locale commissariato diretto da Mariella Chiaramonte ai quali il titolare del negozio, Mauro Spicciani, si è rivolto un istante dopo che l’allarme ha iniziato a suonare all’impazzata.
Secondo una prima ricostruzione degli inquirenti, la banda è entrata in azione poco dopo le ore 13. Spicciani, 44 anni, dal 1996 orafo molto apprezzato in città, aveva appena calato la saracinesca per il pranzo raggiungendo la sua abitazione a pochi isolati di distanza. Nel frattempo i soliti ignoti erano già penetrati all’interno dell’appartamento al piano rialzato al civico 40 di viale Trieste, la parallela di viale Tomei: un appartamento sovrastante l’attività commerciale che fino a un anno fa ospitava in affitto un’agenzia assicurativa e che la scorsa estate era stato ristrutturato dal proprietario. Fatto sta che gli uomini d’oro avevano già scavato nei trenta centimetri di cemento che separano il solaio dell’appartamento dal soffitto della gioielleria, creando un varco attraverso il quale si sono calati giù.
L’allarme ha iniziato a suonare e almeno uno dei malviventi ha anche tentato di manometterlo staccandolo dalla parete, mentre i complici hanno letteralmente “ripulito” il locale. Dal soppalco adibito a laboratorio sono spariti gli oggetti in riparazione e altre creazioni di Spicciani per Natale. Nel negozio, invece, hanno prima arraffato i mille euro d’incasso giornaliero, poi svuotato le vetrine e la cassaforte lasciata aperta portando via centinaia di preziosi: bracciali, girocolli, catenine, diamanti e orologi Cartier e Rolex.
Tutti oggetti di altissimo valore e di facile ricettazione nel mercato clandestino, al contrario di argento, perle e orologi in acciaio che i banditi hanno invece lasciato al loro posto. Insomma, un tesoro a giudicare dal valore
commerciale stimato da Spicciani pari a 200 mila euro: una “batosta” dalla quale è difficile riprendersi per chiunque in un periodo come questo.
Sul posto nel giro di pochi minuti sono intervenuti decine di agenti in divisa e in borghese che hanno accerchiato la zona nell’iniziale convinzione che i ladri fossero ancora nel negozio o all’interno del condominio di viale Trieste 40. Invece i malviventi erano già svaniti, evaporati nel nulla. Nel soffitto del soppalco all’interno della gioielleria gli inquirenti hanno scoperto il buco un metro per un metro attraverso il quale la banda è penetrata, sequestrando una scala, alcuni piedi di porco e lunghi cacciaviti utilizzati per forzare le vetrine di esposizione.
Sul materiale sta lavorando la Polizia Scientifica che ha effettuato i rilievi del caso anche nella gioielleria e nell’appartamento alla ricerca di eventuali elementi utili all’identificazione dei responsabili. I dubbi da sciogliere sono più di uno. La porta di ingresso dell’abitazione è dotata di ben due serrature Mottura a cilindro europeo che apparentemente non sarebbero state forzate. Un “chiavaro” è riuscito a duplicarle? Il buco sul pavimento, realizzato nell’ultima delle sei stanze lungo il corridoio, non sembra essere il lavoro di un giorno. I banditi per non fare rumore hanno prima praticato dei fori su un marmittone 40 per 40 di quelli antichi probabilmente con un trapano a batteria, fatto a pezzi e staccato. Dopodiché ne hanno scollati con cura una dozzina, quindi hanno scavato smontando uno ad uno i mattoncini del solaio. A quel punto, il più era fatto, bastava dare un colpo secco per ritrovarsi all’interno del negozio di Spicciani. Ma quando è stato praticato il buco se, a quanto pare, il 20 novembre il proprietario dell’immobile lo aveva fatto visionare a un affittuario interessato?

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