Ambrosi: “Io simbolo della casta? Da Giletti solo bugie, mai preso vitalizio”

Una visibilità come quella guadagnata domenica pomeriggio non ce l’ha mai avuta in tanti anni di politica attiva sul territorio. Finire al centro delle discussioni di una tramissione di Rai Uno non è certo da tutti, ma c’è anche da dire che forse Piero Ambrosi, già sindaco di Tivoli tra i numerosi incarichi politici, avrebbe fatto volentieri a meno di tanta pubblicità visto che si parlava di privilegi della casta, e che a fare il suo nome è stato quel Franco Fiorito, forse più noto come “Er Batman”, balzato agli onori della cronaca per lo scandalo delle spese folli dell’amministrazione Polverini, travolta fino allo scioglimento.

Nell’Arena di Massimo Giletti il nome di Ambrosi è stato fatto per accusarlo di prendere un vitalizio da poco più di tremila euro al mese per appena 18 minuti da consigliere regionale in quota Pd. Ambrosi preso come simbolo di un sistema che regala privilegi inauditi ai politici, una definizione pesante che il diretto interessato non ha perso tempo a smentire ribattendo ogni tipo di accusa.

 

Piero Ambrosi, in diretta Rai di domenica pomeriggio il suo nome è stato indicato come il simbolo della casta perché prenderebbe ben 3.000 euro al mese di vitalizio per appena 18 minuti da consigliere regionale.
“Un’assurdità, io il vitalizio non l’ho mai riscattato, non lo percepisco. Ne ho diritto, essendo stato un consigliere della nona legislatura, ma non l’ho chiesto”.

 

Come mai avrebbe rinunciato al vitalizio?
“E’ stata una scelta personale. In questa fase della mia vita e anche del Paese non ho ritenuto opportuno fare richiesta per percepire il vitalizio che mi spetterebbe di diritto. Quella che è stata detta durante la trasmissione di Giletti è una notizia del tutto falsa. Il vero scoop al limite sarebbe che un ex consigliere regionale ha diritto a questa pensione ma non la prende”.

 

Ma la rinuncia al vitalizio è definitiva?
“Guardi, ad oggi ho fatto questa scelta, ma sono sincero, non so in futuro se potrò cambiare idea. Fin quando la legge mi riserverà l’opportunità di avere questo diritto non posso escludere di rinunciarvi a prescindere. Non ho fatto propaganda quando ho deciso di non ottenere il vitalizio, non voglio passare per San Francesco”.

 

Comunque sarebbe una bella pensioncina per poco più di un quarto d’ora al Consiglio regionale.
“Questa è un’altra assurdità che non riesco a capire come sia stato possibile diffondere. Io sono stato consigliere regionale per tre mesi, poi la Polverini si è dimessa, l’amministrazione è caduta in malo modo e tutti sappiamo come è andata a finire”.

 

Cosa le ha dato più fastidio di quanto è stato detto?
“E’ inconcepibile che si è arrivati a confondere quelli che ottengono incarichi o vitalizi previsti dalla legge, con quelli che si appropriano di soldi pubblici per farne uso privato, dalle vacanze per la famiglia agli acquisti per la casa. Esistono casi, anche noti, di appropriazione indebita, distrazione di fondi, peculato, reati che non possono essere minimamente associati a situazioni che rientrano nei parametri della assoluta legalità”.

 

Pochi giorni fa si è tornato a parlare delle spese per i vitalizi agli ex consiglieri regionali del Lazio.
“Esatto. C’è un documento richiesto dai consiglieri del Movimento 5 Stelle con tutti i nomi degli ex consiglieri della Regione che percepiscono il vitalizio. E lì in mezzo Piero Ambrosi non c’è scritto, più chiaro di così…”.

 

Massimo Cimò

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