Stefano Fresi , musicista e attore romano, ha iniziato a Marcellina la sua carriera teatrale : “Nella vita mi sento un privilegiato perché vivo delle mie passioni ”

Nel film “Smetto quando voglio” è un geniale chimico che da ricercatore diventa ricercato.

 

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Stefano Fresi, 39 anni e origini romane, è un attore e musicista (compositore, arrangiatore e pianista, insegnante di armonia e orchestrazione sinfonica, musica per le immagini) . Nel ’95 ha iniziato (e prosegue tuttora) la sua esperienza in teatro con i Favete Linguis, trio formato con   sua sorella Emanuela (cantante) e Tony Fornari. Ha composto   colonne sonore, sigle e commercials per RAI, SKY, FOX , musiche per oltre 60 spettacoli teatrali tra cui “Giulietta e Romeo” per la regia di Gigi Proietti ed è lui l’autore della sigla iniziale di Romanzo Criminale in cui ha recitato nella parte di Secco. Al cinema lo abbiamo visto anche nel film Viva l’Italia mentre in tv ha partecipato alla nota serie Un medico in famiglia. La sua compagna Cristiana Polegri (classe ’71, cantante e sassofonista jazz), di cui Stefano è complice e innamoratissimo, gli ha dato la gioia di diventare papà del piccolo Lorenzo che oggi ha 4 anni.  

 

C’è ben poco da stare allegri a pensare alla condizione dei ricercatori italiani ccolo paese come Marcellina. Ma partiamo dal film.

Stefano, considerate le tue passioni per l’arte, non credo che nella vita reale avresti mai fatto il chimico…

Esatto, le materie scientifiche sono molto distanti dai miei interessi. Per intenderci, di fronte allo sbocciare di un fiore è di sicuro l’emozione a coinvolgermi piuttosto che il processo chimico della fotosintesi clorofilliana!

Oggi, a 39 anni, senti di aver realizzato le tue aspirazioni?

Sì. Mi ritengo un privilegiato perché riesco a vivere delle mie passioni, come musicista e attore. Sono felice di riuscirci a pagare il mutuo e l’asilo di mio figlio e mi rendo conto di quanto sia difficile al giorno d’oggi per tanti giovani dover forzatamente rinunciare ai propri sogni dopo anni di studio e sacrifici. La sensazione per loro più brutta credo sia ritrovarsi a vivere come   fallimento personale quella che invece è l’incapacità del sistema di comprendere le loro potenzialità e dargli l’opportunità di dimostrarle.  

fresi 2“Smetto quando voglio” prende chiaramente di mira il mondo accademico italiano. Credi sia riuscito a smuovere le coscienze degli intoccabili “baroni”?

Chissà…certo è che non sta al cinema cambiare le cose. Se è vero che l’arte  oltre ad offrire un   divertimento sensoriale ha il compito di trasmettere un messaggio, d’altra parte è evidente che  per smuovere le coscienze e rinnovare il sistema c’è bisogno di fare le cose sul serio attraverso un voto e una politica intelligente

Da cosa cominceresti per cambiare l’Italia a favore della meritocrazia e del futuro dei giovani?

Dagli italiani… Do ragione a Massimo D’Azeglio nella sua celebre citazione storica “Abbiamo fatto l’Italia ora bisogna fare gli italiani”. Le regole comportamentali che non rispettiamo sono chiaramente lo specchio dei politici che scegliamo.   Credo che qualcosa comincerà a cambiare in positivo quando gli italiani si preoccuperanno di più dell’Italia. Purtroppo siamo esterofili alla follia anche rispetto al cinema…non facciamo che importare film dall’estero quando invece abbiamo talenti eccellenti e tutte le potenzialità di valorizzare e fare prodotti televisivi e cinematografici esportabili in Europa e nel mondo.

C’è chi si laurea e non trova lavoro e chi come te inizia subito a lavorare e non ha il tempo di laurearsi…

E’ vero. Alla facoltà di lettere e discipline dello spettacolo ho fatto sei esami mentre me ne mancano solo due per conseguire il diploma di pianoforte al Conservatorio e spero di riuscirci presto . Il fatto è che dopo poco tempo ho iniziato a lavorare come musicista e compositore , ad insegnare in due istituti di musica romani e a recitare in teatro, perciò mi è mancato materialmente il tempo di completare gli studi.

paese come Marcellina?

E’ stato fondamentale sotto il profilo artistico e umano. Facendo parte della corale polifonica marcellinense ho avuto modo di conoscere i fratelli Fornari, Augusto e Tony, con cui ho cominciato l’esperienza teatrale che ci lega ancora nel Favete Linguis e che mi permise di staccarmi dal mondo accademico entrando in quello reale del lavoro. Umanamente parlando è stato un periodo bellissimo della mia vita perché ho vissuto a dimensione di famiglia   quel contatto con la gente vera e affettuosa che invece nella grande città inevitabilmente si perde. Ho frequentato il secondo liceo classico all’Amedeo di Savoia di Tivoli e anche di quell’anno conservo bei ricordi. I miei genitori abitano ancora a Marcellina e quando vado a trovarli è sempre un grande piacere rincontrare anche gli amici.  

più musicista o più attore?

Studio pianoforte da quando avevo cinque anni perciò posso affermare di sentirmi più musicista. Il cinema riveste comunque un ruolo importante nella mia vita specie dopo il successo di questo film (opera prima del giovane Sydney Sibilia ndr).    

Come è stato recitare la parte di Alberto Petrelli?

Emozionante e molto divertente considerata la metamorfosi molto movimentata che il mio personaggio ha subito durante il film, da rassegnato ricercatore a ricercato per uso e spaccio di droga.

Altro tema scottante che coinvolge i giovani. E che non fa differenza tra laureati e non. Che ne pensi come papà?

La droga non è altro che una via di fuga per quei giovani che non hanno altro di cui “drogarsi”, intendo passioni e interessi che gli riempiano la vita. La mia preoccupazione come genitore è che oggi i nostri figli sono sicuramente più esposti ad attacchi esterni, tutto è più raggiungibile nel fresi3bene e nel male e il nostro compito principale credo   sia quello di fargli capire sin da piccoli la differenza tra il mondo reale e quello virtuale.

Con due genitori artisti come te e Cristiana (sassofonista jazz) il piccolo Lorenzo ha più di un motivo per avvicinarsi ad una delle vostre passioni.

Diciamo che promette bene! A 4 anni è molto intonato e la scelta della batteria come strumento preferito credo non sia casuale.

In che senso?fresi10

A pochi giorni dalla sua nascita per consentire a Cristiana di non rinunciare ad una tournée importante con l’orchestra di Mario Biondi mi sono offerto di accompagnarla e di portare con noi nostro figlio. Beh .. durante le prove lo portavo dalla mamma per le classiche poppate e mentre   lo allattava lui, per quattro mesi,   ha ben memorizzato il ritmo della batteria che sentiva suonare vicino…    

L’esame più difficile che hai superato nella vita?

Credo lo affronterò quando mi lasceranno le persone a me più care. Per il resto sono fortunato, ho una moglie e un figlio meravigliosi.

Nel film Alberto perde decisamente il controllo. Stefano, invece, nella sua vita hai mai sperimentato un pizzico di follia?

Sono un tipo abbastanza posato a parte nei miei gesti plateali d’amore!

Non te la cavi così facilmente, raccontaci un aneddoto romantico particolare…

Al nostro primo appuntamento, la notte di Natale del 2004, mentre io e Cristiana ci scoprivamo sempre più complici nella nostra lunga chiacchierata sotto casa mia, lei   giocò tutta la sera con la mia sciarpetta di seta. Dopo il fatidico primo bacio ci siamo salutati e mentre lei è salita in macchina l’ho preceduta e sono arrivato prima sotto casa sua, ho annodato di nascosto la mia sciarpa alla maniglia del portone ed ho aspettato di nascosto per vedere la sua reazione…

Quando e come vi siete conosciuti ?

Ho conosciuto Cristiana nel ’98 grazie ad un caro amico in comune, l’attore comico Dado, e le nostre prime chiacchierate da amici le abbiamo fatte lungo i corridoi Rai in pausa dal lavoro quando io suonavo nell’orchestra di Domenica In e lei nel programma In bocca al lupo. Dopo un lungo corteggiamento ci siamo messi insieme nel 2004. Non siamo ancora sposati, ma la considero mia moglie nel cuore…

Come fa un rapporto di coppia a durare nel “caotico” mondo dello spettacolo?

Il nostro dura perché, innanzitutto, sul lavoro non siamo in competizione ma ci completiamo a vicenda e poi il nostro ingrediente forte è che ridiamo insieme di tutto e anche di noi stessi.

Cos’è che ti fa più ridere?

Le situazioni grottesche, le persone sveglie che hanno la battuta sempre pronta e in genere l’ironia elegante, detesto la volgarità.

Con quali progetti è iniziata la tua primavera?

A parte proseguire con le mie serate in teatro sarò impegnato in due film : l’opera prima di Riccardo Rossi e una commedia degli sceneggiatori di Boris. In famiglia, invece, abbiamo già programmato un mese di vacanza estiva.

 

di Paola Pascucci 

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