VIDEO Nuova manifestazione contro la Basf: “Assassini”

Nuova manifestazione tra Settecamini e Case rosse. Ancora una volta contro la Basf e le sue emissioni tossiche. Sono scese in piazza circa duecento persone che, dopo l’intervento della magistratura delle scorse settimane, trovano una conferma nei propositi di una lotta per il diritto alla salute portata avanti ormai da oltre quindici anni. In corteo anche molti bambini, proprio perchè “è il loro futuro che si vuole tutelare”. “Assassini”, “basta Basf”, “no inceneritore”, sono solo alcuni degli slogan intonati durante il corteo. Concitazione di fronte ai cancelli della fabbrica, protetti e sorvegliati dalle forze dell’ordine.

 

dato viaggiIl corteo

La manifestazione, organizzata dal comitato di quartiere Case rosse, quello di Settecamini, e le associazioni Forno casale e Crescere insieme, è partita dall’asilo nido di zona. Un punto di ritrovo scelto appositamente perché dista a poche centinaia di metri dai camini della Basf, come le abitazioni circostanti. Fabio Termine del comitato di quartiere Case rosse, parlando al megafono, ricorda ai residenti la situazione attuale delle indagini e l’obbiettivo del tavolo aperto con l’assessore alla Programmazione urbanistica, Giovanni Caudio: “La strada da fare è lunga, ma finalmente la politica è costretta ad intervenire in maniera incisiva per risolvere la situazione. Non solo dal punto di vista economico, e quindi per il mantenimento dei posti di lavoro, ma anche per il diritto alla salute dei cittadini”.

 

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Basta Basf”

Sono 30mila i romani che vivono e lavorano tra Case rosse e Settecamini, a poca distanza dalle canne fumarie della Basf. Una battaglia per il diritto alla salute che dura ormai da qualche anno, ma che è antrata ancor più nel vivo quando il 30 dicembre 2011 l’allora presidente della Provincia, Nicola Zingaretti, concesse alla fabbrica l’Autorizzazione integrata ambientale (aia), consentendole di continuare a bruciare sostanze tossiche e nocive nel suo impianto. “Con precise motivazioni, denunciammo l’aia come illegittima – ricordano i comitati -, autorizzava l’aumento da 240 a 850t/anno (+254%) dei rifiuti pericolosi bruciati nell’inceneritore ed il trattamento di nuove tipologie di rifiuti che prima non potevano essere portati e trattati a Roma, portando così i rifiuti totali da bruciare nell’inceneritore da 1100 a 1600 t/anno (+45%)”.

 

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dato viaggiAttesa per la sentenza del Tar

E così, con il supporto dell’associazione ambientalista Raggio Verde e grazie al patrocinio gratuito concesso dallo Stato, è stato mandato avanti un ricorso al Tar contro questa autorizzazione “ritenuta scandalosa”. Entro i primi di luglio dovrebbe quindi pronunciarsi sulla questione con un verdetto finale. 

Veronica Altimari

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