“L’azione – si legge in una nota di CasaPound- si collega alle proteste avvenute nei giorni scorsi contro l’unione della scuola Giovanni XXIII e l’asilo De Filippo. La Giovanni XXIII ha già problemi di sicurezza e di spazio, senza che vi siano aggiunte le classi in più dell’asilo che sono state create per un capriccio della preside, nonostante la sua scuola non potesse accettare 125 nuovi iscritti. Vogliamo – conclude la nota – chiarezza da parte del Comune di Guidonia che deve tutelare la sicurezza dei bambini e far luce sulla gestione delle iscrizioni e delle graduatorie”.
“I problemi, che la protesta ha voluto evidenziare – hanno comunicato da CasaPound – sono quelli derivati dalla divisione, effettuata dal comune (in accordo con i due istituti), dell’edifico di via Mazzini, ovvero la scuola Giovanni XXIII, assegnandone una parte all’asilo. Il Comune non ha di fatto tenuto conto che la Giovanni XXIII, già senza palestra e con grossi problemi di spazio, non ha potuto
formare una nuova I elementare, dirottando le richieste di iscrizione nelle altre scuole della zona. Inoltre sono venuti a galla alcuni disagi già prevedibili: i bagni non rispondono alle esigenze dei bambini della scuola materna, così come le aule, i laboratori ecc. Gli spazi dedicati alle attività di gruppo, come le recite, risultano essere dimezzati, mentre le tasse scolastiche pagate dalle famiglie risultano essere sempre uguali o addirittura maggiori ogni anno. Non bisogna dimenticare – prosegue CasaPound – che nelle nostre scuole i figli delle famiglie italiane hanno spesso posizioni in graduatoria più bassi rispetto a quelli di famiglie di immigrati. Si viene quindi a creare un problema di sovraffollamento e di discriminazione nei confronti degli italiani stessi. Quindi perché creare disagi nelle scuole se il problema a monte è quello delle troppe richieste d’iscrizione? Basterebbe dar precedenza alle famiglie italiane”.