Subiaco – Tocca traliccio elettrico con canna da pesca, 66enne muore folgorato

L’uomo è morto folgorato dopo aver toccato con la sua canna da pesca, lunga all’incirca otto metri, i cavi dell’alta tensione del traliccio che passa proprio nei pressi del fiume. Una scossa tanto potente da aver ucciso praticamente sul colpo il 66enne.
Sul posto interventi immediati dei soccorritori, intervenuti anche con l’eliambulanza, che però non hanno potuto far niente di fronte alla gravità dell’incidente.
I funerali sono previsti per martedì 24 febbraio.
“Come Associazione Pescatori Alto Aniene – ha commentato Michele Lando – sono anni che segnaliamo il pericolo reale rappresentato dai cavi elettrici e più volte abbiamo chiesto alle autorità un impegno affinché si provvedesse con la messa in sicurezza delfFiume ma, nonostante i nostri sforzi, nessuno ci ha mai ascoltato ed un uomo ha perso la vita folgorato da una maledetta scarica elettrica”.

I PRECEDENTI
Nel 2010 a Vicovaro la morte del giovane Roberto Biddau

Stava pescando sulle rive dell’Aniene, sul territorio di Vicovaro, con una canna da pesca in carbonio lunga circa sei metri. Ha sfiorato un palo dell’alta tensione ed è morto folgorato di fronte agli occhi dell’amico vicovarese, che ha cercato di soccorrerlo mettendo a rischio la propria vita. La tragedia, nel pomeriggio di domenica 28 febbraio 2010, lungo le sponde del fiume Aniene durante l’apertura della pesca alla trota. Il pescatore è Roberto Biddau, 36 anni di Castel Madama, morto all’istante per aver toccato con la punta di una lunga canna da pesca un cavo dell’alta tensione dell’Enel.
L’incidente è avvenuto, verso le ore 15, nel tratto di fiume compreso nel comune di Vicovaro, nei pressi della stazione ferroviaria di Castel Madama, a ridosso del ponte.
Secondo la ricostruzione effettuata dai carabinieri di Vicovaro, diretti dal maresciallo Marzullo, sembra che la canna da pesca, lunga 6 metri, sia rimasta impigliata in un cavo dell’alta tensione di 20 mila Volt. Si è dovuto attendere l’intervento del magistrato di turno, Filippo Guerra, prima di trasportare la salma. Che, poi, è stata messa a disposizione dell’Autorità giudiziaria per gli accertamenti del caso. Così solo verso le 18 si è potuto rimuovere il cadavere.

 

Nel 2006 morì Maurizio Di Giuseppe
Proprio sullo stesso punto dov’è deceduto Roberto, a via Piana in località Sant’Antonio, proprio vicino ai fili dell’elettrodotto dell’Enel all’interno di via Tiburtina, il 19 marzo del 2006 morì Maurizio Di Giuseppe, 51enne di Vicovaro, fulminato mentre camminava lungo il fiume Aniene. La sua canna al carbonio, lunga 7,10 metri, è rimasta impigliata ad un cavo della corrente di 380 watt, posta all’altezza di 7 metri uccidendolo nel giro di pochi minuti. Inutili i soccorsi prestati all’uomo da altri pescatori: il decesso è stato accertato dal medico di bordo di un’ eliambulanza del 118 atterrata subito dopo nelle vicinanze.

Nel 1998 sotto lo stesso ponte, se la vide brutta anche Mauro Solitari, un altro pescatore vicovarese che rimase ferito.

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