Olio, l’anno del riscatto: qualità eccezionale dalla Sabina alla Valle dell’Aniene

Silvia Piconcelli, romana 37enne, agronoma e sommelier di olii, segue tutto l’anno le tante aziende che coltivano uliveti del nordest della provincia, da Palombara a San Gregorio da Sassola, da Marcellina a Vicovaro. Dodici mesi di lavoro ininterrotto, dalle operazioni di campagna fino al confezionamento finale, che quest’anno è stato sicuramente più intenso vista la delusione per il disastroso raccolto della stagione precedente.

 

“Resa non eccezionale, ma qualità molto buona”
olio oliva3“Abbiamo un olio di buona qualità anche se la resa produttiva è stata al di sotto delle aspettative – esordisce Piconcelli – Quest’anno l’olio non presenta difetti, è molto delicato al palato, senza sentori amari o piccanti, diciamo che rispetto agli anni passati quando aveva un carattere più deciso e forte quello di ora tende più al dolce. Per quanto riguarda la quantità possiamo dire che la resa in alcune zone non è stata molto alta. La media annuale si attesta a 11-12 litri prodotti per quintale, di solito arriva a 14, parliamo sempre di media, si aspettava una produzione maggiore visto che l’anno scorso è stato di scarico totale e abbiamo avuto un andamento climatico favorevole. Come aspettativa si pensava ai numeri di due anni fa quando la produzione è stata eccezionale tanto che molto olio è rimasto invenduto”.

 

Prezzo medio fino a 7,50 euro a litro

Torna nella normalità anche il prezzo di vendita che l’anno scorso, complice appunto una stagione critica, aveva fatto schizzare i prezzi alle stelle: “A Marcellina per fare un esempio si arriva fino a 7,50 euro a litro – spiega – l’anno scorso nella zona si è venduto anche ad 11 euro. Il mercato principale rimane quello locale, verso Roma, con una clientela soprattutto fissa e spesso sono direttamente i consumatori finali a raggiungere le aziende per prendere l’olio dal produttore”.

 

Periodo di raccolta iniziato in anticipo

La particolarità della stagione è stata caratterizzata anche dai tempi di raccolta: “Vista la paura e i danni dell’anno scorso ci sono state aziende che hanno fatto trattamenti precoci per prevenire il problema della mosca – prosegue l’agronoma – che quest’anno comunque non c’è stato e l’oliva è arrivata sana al momento della raccolta. Si è iniziato presto ed il bel tempo di queste giornate ha aiutato, tanto è vero che oggi molti già hanno terminato e ci sono frantoi che si avviano alla chiusura. Di solito la stagione si chiude a metà dicembre nella Sabina, arriva fino a gennaio verso la Valle dell’Aniene come a Mandela dove i tempi di maturazione sono più lunghi”.

 

Serve campagna di sensibilizzazione verso i consumatori

Produzione alla fine soddisfacente per quantità e qualità, quello che manca ancora è la giusta valorizzazione dell’olio extravergine: “Servirebbe una campagna di sensibilizzazione di educazione alimentare per far capire che l’olio non è solo condimento ma un vero alimento – conclude – ovviamente non mi riferisco ai territori di produzione che sanno apprezzarne la qualità ma ai consumatori che lo acquistano al supermercato per esempio, senza conoscere la differenza tra i due prodotti”.

m. c.

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