Storie del Castello Theodoli – ROSA E PUNGITOPO Puntata 4: FF

       Scusami! Scusa…

Generoso richiamò quel ragazzo; non si ricordava il suo nome.

       Rosa, l’hai vista?

       No, mi dispiace.

fumetto LibbySi era accorto che non la vedeva da un po’.

Nel Borgo, a Piazza Roma, all’ingresso del Giardino del Castello, Rosa lo aspettava. Sollevò la testa e la sua mano rimase sul petto, sotto il collo. Guardava il terreno prima che lui arrivasse. Lo aveva chiamato subito dopo che il ragazzo aveva chiesto di lei al figurante/cameriere/assistente; come se lo avesse sentito.

       Non trovo il mio ciondolo.

Passeggiavano, i ragazzi, per i vicoli antichi.

       È vero che sono deliziosi.

       Sì. Lo dicono in tanti – rispose Rosa – e lo dico anch’io.

       Tranquilla, lo ritroviamo per forza. Anche perché potrei dar di matto. Detesto i fallimenti. E mi sono messo in testa di ritrovarti il ciondolo.

Sempre più vicino, il suono di accordi e canti.

       Per questo fai la faccia cattiva quando parli del tuo divorzio, perché detesti i fallimenti?

Generoso la guardò, esitando impercettibilmente nel suo incedere. La chitarra sempre meno lontana iniziò il giro de “La Canzone del Sole”. “Eddai”, pensò Generoso. “Ti pareva! Io suono solo questa”. E pensò che era ora di suonare anche qualcos’altro.

       Sì. Anche. Soprattutto, direi. Non sopporto di aver iniziato qualcosa che poi non ha funzionato. Scusa, se ti sei accorta di non averlo nel Salone… Il ciondolo, dico…

       Lì non c’è. Ho rifatto il tragitto di oggi. Niente.

       Allora lo rifacciamo di nuovo.

       Andiamo lì, in quella cantina!

Lì c’era la festa. Una signora moderna e serena aveva fatto i dolci fatti in casa da inzuppare nel vino e li invitò cordialmente. Il cugino della signora era Giacomo, il padrone di casa.

       Ma… Rosa?…

       Dice a me?

Giacomo la riconobbe e senza indugio. Il punto di domanda fu di educazione, non di dubbio. Parlò alla ragazza di suo padre, della sua malinconia poetica e della tendenza a raccontar le barzellette. Erano tanto amici. Cioè, erano amici nel solo modo in cui si può esserlo: tanto.

Rosa uscì dal bagno e corse da Generoso che succhiava, nascondendosi, lo zucchero da una ciambella.

       Era qui!

Rosa si indicò il seno. Generoso fu distratto dal seno ma la ragazza poi gli spiegò che la catenina si era staccata ed era caduta, col ciondolo, nella maglietta, tra i seni. Generoso, che rideva poco, rise; d’improvviso e di cuore.

Serena Calabrese © RIPRODUZIONE RISERVATA

       Perché fai il fotografo di matrimoni? – chiese Rosa passeggiando con il suo amico, vicino ai boschi.

       Per molti è un ripiego. A me piace. È un’occasione per fare in un giorno una gran quantità di ritratti a gente che, nel tentativo di sembrare qualcun’altro, mostra quello che è.

       FF sta per Fausto Fratini, sono le iniziali di mio padre. Non aveva gran considerazione di me ma il ciondolo è un suo regalo.

Generoso ebbe un istinto simile alla risata di poco prima, improvviso e di cuore. Poggiò la mano tra le scapole di Rosa, la lasciò scivolare lungo la schiena e raggiunse Rosa per abbracciarla.

       Occhio, Pungitopo: il tuo nome dice che puoi pungermi.

       Rovini sempre tutto.

La mano venne ritratta e da essa il desiderio di Generoso volò come un passero. Fu in quel momento che un capriolo passò veloce per entrare nel bosco. L’animale, sparito da quei monti, lasciò ai due ragazzi un genuino stupore. E Rosa disse:

– So perché Irene ha lasciato Filippo.

Serena Calabrese © RIPRODUZIONE RISERVATA

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