Entrambi erano detenuti nel carcere di Rebibbia e stavano usufruendo dei permessi “premio” per recarsi a lavoro. La pratica è nota: approfittavano del regime di semilibertà per mettere a segno colpi, entrando nei supermercati camuffati con tute da lavoro usa e getta e armati di sega da falegname. Così, sotto minaccia, si sono fatti consegnare gli incassi.
Le indagini dei Carabinieri, dopo il primo arresto, si sono concentrate sulle immagini di videosorveglianza di una struttura in via Balduina a Roma dove entrambi lavoravano e i filmati hanno restituito il momento in cui prelevavano la sega.
Quando gli agenti hanno perquisito la casa del 30enne, hanno trovato l’altra metà del bottino delle rapine, circa 5.350 euro. Entrambi ora sono in carcere e hanno perso il regime di semilibertà.
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