GUIDONIA – Onorio Taglione, addio a un maestro di judo e di vita

Più di qualcuno è riuscito a tirarlo fuori dai “brutti giri” indicandogli la strada giusta. Con tutti è sempre stato un sensei severo sul tatami e il miglior confidente fuori dalla palestra.

Onorio Taglione aveva 79 anni e per 65 ha fatto dello judo una filosofia di vita, prima come allievo e poi come maestro, oltre che come arbitro nazionale e internazionale delle Federazioni Filpj, Uisp, Csen, e Direttore tecnico e Responsabile della Formazione dei Maestri per la Federazione Internazionale Wasca.

Onorio si è spento al policlinico “Umberto I” di Roma venerdì pomeriggio 2 ottobre, nel giorno della Festa del Nonno. Lascia sei nipoti, e migliaia di ragazzini ed ex ragazzini ai quali aveva fatto amare l’arte marziale giapponese, almeno 200 dell’Albuccione che aveva allenato negli anni Ottanta prima in un locale commerciale e poi nella palestra della parrocchia di Nostra Signora di Lourdes.

E’ qui che oggi, lunedì 5 ottobre alle ore 15, in tanti tributeranno l’ultimo saluto ad un maestro di sport e di vita.

Nato a Roma il 13 maggio 1941, ultimo di 9 figli, Onorio era cresciuto nel quartiere di Tiburtino III e a nove anni dopo la quinta elementare era già in officina a imparare il mestiere di meccanico.

Raccontava di aver scoperto lo judo a tredici anni, quando per una scommessa insieme ad un amico si presentò alla palestra “I 7 Samurai” a Centocelle e restò affascinato dall’ambiente: l’amico se ne andò e lui restò per percorrere un viaggio lungo 65 anni in kimono.

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Partito militare, fu assegnato al Gruppo Sportivo dell’Esercito di Reggio Emilia. Erano anni in cui gli atleti potevano soltanto allenarsi e combattere tra le mura della palestra, perché lo judo divenne disciplina olimpica soltanto nel 1964.

Così tra la metà degli anni Sessanta e i primi del Settanta fu protagonista di var Campionati Italiani.

Sposato nel 1965 con Elena Rosi, mamma dei suoi tre figli, Stefano nato nel ‘67, Antonella nel ‘69 e Tiziana nel ‘72, mantenne la famiglia lavorando come trasportatore del ghiaccio, fino a quando nel 1973 fu assunto come autista in Atac.

Nello stesso anno l’arrivo all’Albuccione di Guidonia, insieme a un migliaio di famiglie che dalla Capitale fu assegnata loro una casa popolare nella Città dell’Aria.

Onorio Taglione portava con sé l’esperienza di insegnante nella sua palestra, “Judo Club Nagasaki” al quartiere Alessandrino, e quella alla “Yamarashi” nella zona Giardinetti, dove preparò il judoka Roberto Giuliani, quinto alle Olimpiadi.

Nei primi anni Ottanta, l’idea dello “Judo Club Albuccione”, una palestra aperta all’interno di un negozio di piazza Aldo Moro che per quasi un decennio fu anche palestra di vita per decine e decine di ragazzi e adulti che si alternavano per tre turni al giorno.

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A seguire le sue orme sono stati il figlio Stefano, 7 volte Campione Italiano e una volta Campione Europeo, e la figlia Tiziana, 4 titoli nazionali e un trofeo internazionale, anche lei al fianco di Onorio nella seconda esperienza all’Albuccione.

Nel 2000 Taglione fu promotore della Polisportiva “Piergiorgio Frassati”, una realtà sportiva iniziata con un altro maestro di judo del quartiere, Roberto Pomponii, nella parrocchia di Albuccione.

Con l’avanzare dell’età il maestro Onorio era sceso dal tatami pur continuando ad essere presente agli allenamenti fino a prima del Lockdown per guardare i suoi ragazzi e dare suggerimenti.

“All’Albuccione è stato il nonno di tutti – racconta la figlia Tiziana – un maestro severo in palestra, amico e confidente fuori. Una persona riflessiva che sapeva ascoltare, capace di non giudicare mai e giustificare gli errori del prossimo.

A tutti i suoi atleti ha sempre insegnato il rispetto dell’avversario: dopo il combattimento il saluto e la stretta di mano”.

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