PALOMBARA SABINA - Guerra delle antenne, Radio Crik Crok torna a Monte Gennaro

Il network della multinazionale Ica vince in Tribunale contro Radio Subasio del Gruppo Mediaset che aveva occupato traliccio, frequenze e pure la rimessa

Immaginate di dovervi trasferire momentaneamente per lavoro in un’altra città e di lasciare il negozio nelle mani dei vostri vicini che commercializzano il vostro stesso prodotto. Immaginate pure che al vostro ritorno, quegli stessi vicini non vogliono farvi rientrare, cambiando la serratura della porta, anche se ne avreste tutti i diritti.

Non viaggiate troppo con la fantasia perchè è piu o meno quello che è accaduto a Monte Gennaro, la montagna che sovrasta Palombara Sabina, sede delle famigerate antenne radiofoniche. È una vera e propria battaglia legale quella avvenuta tra la CPS (Centro Produzione Servizi) proprietaria di Radio CrikCrok (ex Radio Roma) network dell’omonima multinazionale di snack presieduta da Francesca Ossani, e Radio Subasio, dal 2017 acquisita dal gruppo Mediaset di Piersilvio Berlusconi.

A spuntarla al TAR del Lazio è stata Radio CrikCrok, che è riuscita a riprendersi il posizionamento originario sul traliccio e la frequenza utilizzata in precedenza. É questa la sintesi della sentenza 12459 pubblicata martedì 24 novembre con la quale i giudici amministrativi hanno condannato Radio Subasio e Radio Aut a risarcire la Centro Produzione Servizi di 3.500 euro per le spese processuali insieme al Ministero dello sviluppo economico. La sentenza è una bacchettata proprio per il Ministero che ne ha combinate di ogni.

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La vicenda inizia quando, nel 2008, la CPS ottiene il nullaosta provvisorio per poter trasferire le proprie antenne dal traliccio di Monte Gennaro a quello di Monte Compatri, variando allo stesso tempo la propria frequenza da 103,9 a 104,0 ma mantenendo le postazioni su Monte Gennaro per poterle utilizzare in caso di necessità o di revoca del nulla osta provvisorio. Proprio quello che è successo il 10 novembre 2017, giorno in cui l’Ispettorato del Ministero ha revocato il nulla osta concesso, assegnando a Radio Crik Crok l’obbligo di ripristinare l’impianto di Monte Gennaro entro dieci giorni.

A quel punto Crik Crok ha scoperto l’amara sorpresa: le sue antenne erano state rimosse dal traliccio, sostituite da antenne di varie stazioni radiofoniche, come Radio 105, Radio Subasio e Radio Sicilia. Non solo, perfino il locale antistante, usato per riporre i propri impianti, era inaccessibile a causa del cambio della serratura nella porta d’entrata. Insomma, un’occupazione in piena regola. Così Radio Crik Crok ha iniziato una battaglia a colpi di carte bollate rivolgersi al Ministero e diffidando Radio 105 e Radio Subasio, che invece hanno continuato a negare ogni diritto di potersi posizionare sul traliccio.

E il Ministero per lo sviluppo economico come si è attivato? Il 7 Marzo 2018 riconobbe che l’impianto di Radio Subasio, entrando in conflitto con le frequenze utilizzate da Radio Crik Crok, avrebbe dovuto essere ripristinato il prima possibile per dare la possibilità aalla radio concorrente di trasmettere dalla frequenza su cui lavorava in precedenza. Tempo tre mesi ed ecco un rapido dietrofront. Il 27 giugno 2018 lo stesso Ministero aveva revocato l’invito a Radio Subasio di ripristinare gli impianti e concedendole l’autorizzazione per l’uso dell’impianto.

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Per questo Radio Crik Crok si è appellata al Tribunale amministrativo regionale per richiedere l’annullamento di tutti gli atti prodotti e accusando il Ministero di aver agito illegittimamente. I giudici hanno riconosciuto le ragioni di Radio Crik Crok perché il Dicastero si era “rimangiato” il primo parere basandosi soltanto su documenti prodotti successivamente da Radio Subasio per dimostrare come il traliccio fosse stato creato ex-novo da Radio Aut (anch’essa di proprietà Radio Subasio) nel 1998.

In poche parole, Radio Crik Crok sui tralicci di Monte Gennaro sarebbe arrivata successivamente, secondo la tesi del Ministero. Tesi smentita, visto che Radio Roma (oggi Radio Crik Crok) era presente nei censimenti sia del 1990 che nel 2006 a prescindere dai lavori di rinnovamento del 1998.

(Em. Lan.)

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