Vaccini Covid, si annuncia un altro conflitto

Sui vaccini si annuncia il prossimo scontro di classe. IL criterio di priorità annunciato – personale sanitario e anziani – non è detto sia quello che effettivamente sarà applicato. E già si annunciano polemiche feroci. L’Italia acquisisce il 13,5% del totale delle dosi. Lo stabiliscono gli accordi preliminari d’acquisto. Il 2021 arriveranno 202 milioni di vaccini, utili per centouno milioni di coperture. Ce ne dovrebbe essere in abbondanza. Ma così non è quando inevitabilmente si deve stabilire un prima e un dopo. (E allora la chiacchiera che si mette in giro consiste nel rifiuto di molti a vaccinarsi. E allora si dirà che se la copertura non è completa e sistematica è perché ci sono molti renitenti. Allo stesso modo in cui ora si dice che se le misure di clausura o semi-clausura adottate non hanno funzionato è perché in molti le hanno disattese).
Secondo il programma di distribuzione, le prime dosi, pari a un milione ottocentomila vaccini, così come la seconda fornitura di due milioni e mezzo, vedranno la Lombardia averne maggiore quantità. E questo perché è stata la regione maggiormente colpita. (Non si capisce. Dovrebbe essere quindi anche la regione più immunizzata). Non a caso la Campania già polemizza. In una nota di questa regione si legge: “la regione Campania oggi ha espresso netta contrarietà a un Piano di attribuzione dei vaccini per la prima fase, non commisurato a criteri oggettivi di fabbisogno”. Ma le perplessità non si fermano qui. Anche dal Comitato tecnico scientifico, Massimo Antonelli dichiara in una nota di agenzia: “La somministrazione di massa del vaccino non è realistica né da noi, né in nessun Paese”. E visto che chiaramente non potrà andare subito a tutti arriverà specificamente a qualcuno. Staremo a vedere se la somministrazione non incontrerà gli stessi squilibri caotici (diciamo così) a cui siamo abituati.
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