La pista d’oro. Il “sogno rosso” svanito di Alonso

L’occasione sembra essere propizia per riportare il titolo mondiale al team italiano, dopo il trionfo nel 2007 del finlandese Kimi Raikkonen

Fra i piloti più talentuosi che hanno corso sulla Pista d’Oro (chilometro diciannove della Tiburtina) è necessario ricordare anche lo spagnolo Fernando Alonso. Il pilota asturiano sbarca a Maranello nel 2010 con due titoli mondiali conquisti con la Renault e prontamente si trova a duellare all’ultimo appuntamento della stagione (GP Abu Dhabi) contro i due alfieri della Red Bull: Sebastian Vettel e Mark Webber. L’occasione sembra essere propizia per riportare il titolo mondiale al team italiano, dopo il trionfo nel 2007 del finlandese Kimi Raikkonen. La pista teatro dell’ultimo e decisivo appuntamento è un circuito cittadino che non agevola i sorpassi.  Durante la corsa il box Ferrari decide di “marcare” l’altro candidato al titolo: Mark Webber, replicando la sua sosta al sedicesimo giro. La tattica colloca il ferrarista nel “traffico” dietro la Renault del russo Vitaly Petrov e l’incitamento dell’ingegnere di pista dell’asturiano “Adesso è tutto nelle mani del tuo talento”, non si trasforma in un sorpasso. Il titolo alla fine della gara finisce fra le mani di Sebastian Vettel, che riporta il mondiale in Germania. Abu Dhabi, si aggiunge alla lista infinita dei mondiali ferraristi persi all’ultimo appuntamento. Oggi, Fernando Alonso è ritornato in Formula Uno con i colori dell’Alpine desideroso di chiudere quel “cerchio” rimasto aperto dopo la gara persa negli Emirati Arabi.

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