Monterotondo – Il MoVimento 5 Stelle boccia a malincuore due proposte urbanistiche

I temi caldi: lottizzazione con supermercato in via Gramsci, rischio idrogeologico e contratto di fiume

Il MoVimento 5 Stelle di Monterotondo ha votato contro due delibere riguardanti l’Urbanistica eretina, comunque passate a maggioranza durante il Consiglio Comunale tenutosi lo scorso giovedì 25 marzo.

Con la prima si è dato il via libera al piano di lottizzazione di un terreno in via Gramsci destinato a zona F1 dal presente Piano Regolatore Generale del Comune, autorizzando le società Di Giuseppe Costruzioni srl e 3DG srl, in cambio della cessione al Comune di Monterotondo di due terzi del lotto di loro proprietà, a costruire un fabbricato di circa mille metri quadri lordi, che sarà alto 12 metri e mezzo.

Tra le due ipotesi presentate dalle ditte al Comune, il Consiglio ha votato quella che prevede la realizzazione, nel lotto di 1.733 metri quadri dei privati, di un fabbricato commerciale su tre piani per uno sviluppo più di 4.500 metri cubi. Nell’ipotesi adottata, non appare nessuna delle altre ipotesi possibili tra quelle contemplate dal piano regolatore: asili nido, scuole private primarie e secondarie, una struttura commerciale di media entità, un mercato, uffici amministrativi, attività direzionali, una sede di banche, oppure attrezzature sanitarie e socioassistenziali.

La Consigliera del MoVimento 5 Stelle, Ilaria Calabrese, contesta il fatto che la delibera non specifichi l’indirizzo politico che si vuole dare ai lotti destinati al Comune, la loro destinazione finale, che non se ne delinei la programmazione.

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“In un’era in cui c’è bisogno di fare largo ai servizi alle persone”, afferma Calabrese, “questa amministrazione tende a far prevalere gli interressi economici rispetto ai bisogni reali del territorio facendo costruire l’ennesima attività commerciale. Nel vecchio piano regolatore, che risale al 1976, qui appariva una scuola, ma nell’ultima versione del progetto è scomparsa. Al Comune contestiamo dunque un’idea di urbanizzazione antica, che continua a far prevalere l’interesse privato su quello pubblico”.

La seconda delibera, a malincuore bocciata dal MoVimento, riguarda invece una doppia proposta: la prima parte prevedeva la creazione di un Contratto di Fiume tra i Comuni della Regione Lazio che insistono sull’area della Bassa Valle del Tevere, affinchè siedano ad un tavolo tecnico di concertazione per definire le linee per il superamento delle problematiche idrogeologiche derivanti dalla vicinanza del fiume.

“Purtroppo nella stessa delibera”, spiega Calabrese, “si chiedeva di derogare alle limitazioni delle norme tecniche imposte dall’Autorità di Bacino di Distretto dell’Appennino Centrale che rinnovano l’allarme sul rischio di frane e inondazioni che incombono sul nostro territorio. Si chiedeva una deroga al PAI, il Piano di Assetto Idrogeologico che vuole far fronte al rischio idrogeologico locale e limita l’urbanizzazione locale”.
I Consiglieri del M5S hanno dunue chiesto al Servizio di Pianificazione Urbanistica di ritirare quest’ultima delibera per ripresentarla durante il Consiglio Comunale che si è tenuto oggi, martedì 30 marzo, scorporata in due diverse proposte: una per la risoluzione del rischio idrogeologico, l’altra riguardante il contratto di fiume, al fine di poter votare favorevolmente almeno la seconda. “E’ folle oggi pensare ancora che l’unico modo di immaginare l’espansione sia legata all’urbanizzazione”, continua Calabrese, “quando sappiamo che la metà degli edifici di Monterotondo sono disabitati. Chiedere una deroga al PAI è pericoloso, perché le limitazioni alla costruzione imposte dell’Autorità di Bacino sono motivate da rischi concreti. La chiusura dei Consiglieri di maggioranza e di minoranza alla nostra proposta ci ha costretti purtroppo a votare contro questa delibera”.

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“Come Movimento 5 Stelle pensiamo che sia giunto il momento di percorrere una nuova via”, ha aggiunto in un post sul sito del MoVimento il Consigliere pentastellato Angelo Capobianco, “che prevede la completa riformulazione dell’attuale PRG, con la realizzazione di un piano agricolo integrato al piano regolatore, la formulazione di un piano di riforestazione urbana e il consolidamento urbano delle aree preesistenti attraverso il miglioramento dei servizi, anche accogliendo le indicazioni date dal piano territoriale della Città Metropolitana. Il sempre più grave problema ambientale, la crisi economica, la pandemia e l’attuale emergenza sanitaria ci hanno insegnato che i sistemi sono inseparabili e che bisogna cominciare a valutare la vita dell’uomo nel suo insieme e nel suo ambiente”.

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