Cinquestelle contro Cartabia

Domani si preannuncia il forfait dei seguaci di Conte nella seduta del Consiglio dei ministri che deve iniziare a discutere sulla riforma della giustizia

Ma dal Consiglio dei ministri si risponde che non si prevedono rinvii. Nella riforma si vogliono diminuire del 25% i tempi dei processi. Si prevede il processo solo se le prove sono tali da ipotizzare una condanna. Il Giudice per le indagini preliminari potrà controllare sui tempi delle indagini. Si prevede la giustizia riparativa in virtù della “messa alla prova”, il tutto per evitare il processo. La prescrizione è l’oggetto del contendere. Il disegno proposto dal ministro Cartabia mantiene lo schema-Bonafede pur modificando in diversi passaggi. Il primo, invocato da sempre, consiste nell’interrompere la prescrizione con la sentenza di primo grado, proprio come voleva Bonafede. E all’obiezione che il processo non può durare in eterno si concedono due anni per concludere il processo d’appello e un anno per la Cassazione.

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Ma secondo rumors riportati dalle agenzie, pare che contro la riforma siano il ministro Patuanelli, l’ex ministro Bonafede e la sottosegretaria Anna Macina – tutti ex Cinquestelle. Tutto ciò darà un’accelerazione ai referendum proposti dai radicali e da Salvini.

Del resto la materia non consente di trovare facile convergenza, tanto più con un partito o ex partito di maggioranza che ha il trentatré per cento dei voti da sempre paladino del giustizialismo.

Il semestre bianco inizia il 3 maggio e ci porterà a una lotta senza quartiere. Tutti contro tutti senza timore che la legislatura finisca in anticipo. La riforma della giustizia non poteva fare eccezione.

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