Roma, lo stadio mancato fa tremare Virginia

Gli aspiranti costruttori scrivono a varie figure competenti del Comune, si teme un ricorso pesante per danni economici

La telenovela dello stadio dell’AS Roma a Tor di Valle ha avuto vicende alterne che hanno visto l’affare prossimo alla realizzazione e improvvise cadute. Negli ultimi cinque anni si sono divaricate le posizioni nella stessa amministrazione capitolina, prima contraria con l’assessore all’urbanistica Berdini, poi possibiliste, in terza battuta stroncato dalle inchieste giudiziarie che hanno prodotto tre arresti e avvisi di garanzia per l’ipotesi di reato di corruzione.

Le novità hanno inizio col fatto che la società che avrebbe dovuto realizzare la mastodontica impresa ha scritto al Comune, indirizzando a diverse competenze.

Quando nella metodica amministrativa si assume questa forma di aggressione degli uffici con effetto forchetta per le diverse competenze è il segno che si sta preparando una guerra. La guerra è per il risarcimento dovuto al mancato guadagno. Di lì la controversia legale se gli imprenditori avessero acquisito una sostanziale promessa dall’amministrazione pubblica di arrivare a buon fine nelle loro legittime aspirazioni edificatorie.

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Si tratta di storia comune nei percorsi amministrativi degli enti locali. Se si tratta di uno stadio di calcio con un’area a servizio le proporzioni del risarcimento si moltiplicano.

Il clima non è tra i migliori per confermare la decisione che era in animo da tempo nella giunta municipale: revocare in Consiglio comunale l’indicazione dell’opera come di interesse pubblico.  Difficile però trovare in Consiglio comunale la maggioranza per arrivare all’approvazione perché in questi giochi c’è il pericolo per il consigliere stesso di essere oggetto di controversia per risarcimento danni che l’imprenditore, che si sente portatore di interessi legittimi, troverebbe violata nella decisione dell’amministrazione pubblica.

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Sono situazioni talmente intricate che è impossibile prevedere a chi darebbe ragione il giudice.

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