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Aumenta la richiesta di informazione ma la stampa tradizionale non esce dalla crisi

La domanda di informazione cresce soprattutto per internet e televisione, ma sono negativi i risultati economici per tutti i media, mentre la stampa tradizionale non esce dalla crisi: la relazione annuale Agcom

L’autorità per le garanzie nelle comunicazioni, Agcom, non ha dubbi: nella sua relazione annuale rileva, in questo tempo di pandemia, una forte richiesta di informazione da parte degli italiani, che però la cercano soprattutto tra televisione e internet. E, ha sottolineato il presidente Agcom Giacomo Lasorella, ci si trova di fronte a una nuova frontiere dell’informazione (ma questo lo si sapeva, no?), anche all’insegna del pluralismo, che però passa in larga misura “attraverso decisioni algoritmiche” usate dalle grandi piattaforme che “suggeriscono”, selezionandoli per noi, i contenuti.

Ma se gli italiani comunque vogliono informarsi, sempre, per tutti i media i risultati economici non soddisfano questo boom di richieste. Gli introiti pubblicitari hanno intrapreso una caduta da cui non si sa come uscire: si salva solo un poco la pubblicità online, ma la minore spesa di inserzionisti e l’abbassamento dei prezzi degli spazi pubblicitari, interviene pesantemente anche sulla crisi strutturale della stampa tradizionale, scelta nel secondo trimestre 2020 solo dal 17,6% degli italiani. Una tendenza al ribasso che coinvolge tutti i paesi dell’Unione Europea e che sta indebolendo l’intera industria italiana dei media, il cui valore economico è in calo da oltre un decennio. Secondo il presidente, “ciò conferma non solo la fragilità della nostra industria culturale, ma segnala anche un deficit di politica industriale in un settore che gode di grande prestigio nel mondo quanto a sapienza tecnica e qualità dei contenuti”.

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