Messi che piange e che ride …

I sentimenti alternanti della ‘Pulce’ stanno scuotendo gli appassionati calcistici di tutto il mondo

“Non ci sono più i giocatori di bandiera” fa parte delle frasi-tipo che si ripetono, tristemente monotone, e malinconicamente vere

 

Il limite nel ripetere come un mantra  – non ci sono più giocatori di bandiera – consiste nel fatto che presentano anche un’altra realtà. “Non ci sono”… Sì, è vero. Ma a ben guardare non ci sono mai stati. Considerando anche l’ultima grande eccezione di Francesco Totti. Considerando gli incommensurabili Mazzola, Rivera e Gigi Riva …

Si tratta di persone che avevano trovato nei loro habitat una condizione per congiungere ambizioni personali e tensioni morali del gruppo sociale in cui vivevano. La squadra calcistica era per loro qualcosa di perfettamente integrato nella città e negli altri tipi di realtà vissute. Cambiare avrebbe significato per loro rimettere tutto in discussione, avendo la piena consapevolezza di rinunciare a quanto finora raggiunto e di non poter contare su nessuno all’infuori dei loro piedi. E anche questi ultimi non vengono da soli. C’è bisogno di situazioni emotive e motivazionali che aiutino a farli muovere meglio gestendo con massima lucidità i tocchi alla palla.

Leo Messi aveva dato e ottenuto tutto dal Barcellona. La sua stessa immagine rischiava di impallidire davanti i riflettori di nuovi divi arrembanti, ma non altrettanto dotati.

Ridicola la scenetta delle lacrime ai saluti. Lacrime pre-confezionate ancor prima di uscire in pubblico. Stride con i sorrisi e la gioia sprigionata il giorno dopo a Parigi dove lo aspettavano i nuovi sostenitori che avevano il diritto di avere soddisfazione dal loro nuovo divo.

In questo gioco diritti alla singolare felicità di ciascuno (giocatori e tifosi) coincide con le illusioni. La palla calciata continua a roteare da più di un secolo. Ma il problema oggi che non sempre arriva in porta. Il gioco dei soldi e delle promozioni televisive ne attenuano la suggestione fino ad arrivare veramente alla burletta dei milionari che seguono un pallone.

Insistiamo nel dire che questo grande sport, che unisce socialità e individualità, si gode al meglio nelle sue espressioni rionali, stracittadine: il Villalba, Tivoli, Monterotondo … E tutti quanti gli altri. Non si offenda nessuno.

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