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Rancore: lo provano 9 italiani su 10

E la causa principale è il tradimento. I connazionali rancorosi in media nutrono circa 15 rancori, più del doppio degli inglesi e dei francesi che si “fermano” a 7

Il 40% degli italiani non pensa all’impatto che i propri rancori e risentimenti hanno sugli altri, lo rivela una nuova ricerca della piattaforma di recensioni online Trustpilot. Lo studio, che ha coinvolto un campione di 12mila adulti dai 18 anni in su tra Italia, Gran Bretagna, Stati Uniti, Australia, Paesi Bassi e Francia, ha rivelato che l’89% del campione italiano nutre almeno uno o due risentimenti di qualche natura. Di questi, il 60% alimenta fino a 20 rancori ed il 29% anche più di 20.

In Italia, la causa principale di rancore è legata ad un tradimento (nel 34% dei casi), seguono “l’essere accusati di qualcosa che non si è commesso” (33%), “essersi fidati di qualcuno che in realtà ha agito alle proprie spalle” (33%), “essere vittima di qualcuno che si è preso un merito al proprio posto” (26%) e “prestare a qualcuno soldi o oggetti che non sono mai stati restituiti” (22%).

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Ma nei confronti di chi si nutrono i principali rancori? Nel 21% dei casi si tratta di amici (21%), seguiti a ruota dalle pubbliche Istituzioni (19%) e da colleghi di lavoro (17%). Gli ex-partner sono solo al quarto posto in questa classifica, seguiti dagli ex migliori amici (15%), dai vicini di casa (14%) o da aziende che hanno deluso nel loro operato (13%). In media, gli adulti italiani nutrono attualmente circa 15 rancori (più del doppio degli inglesi e dei francesi che ne nutrono in media 7) e il periodo più lungo in cui hanno serbato un rancore è di quasi 4 anni. La conseguenza? Quasi la metà degli intervistati ha perso fiducia nei confronti degli altri ed il 47% ha ammesso di aver avuto problemi di salute mentale come risultato diretto delle faide in corso.

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Riguardo ai rancori nei confronti di un business, è il 79% degli Italiani a dirsi attento all’impatto che il proprio risentimento potrebbe avere sulle performance di un’azienda. Lo studio ha rivelato che, dopo un’esperienza deludente sul versante aziendale, il 50% delle persone ha cambiato la propria opinione da negativa a positiva dopo che l’azienda ha fatto il possibile per rimediare. Questo risultato suggerisce che “è possibile perdonare e dimenticare”, stando al 54% del campione italiano intervistato.

L’indagine è parte della nuova campagna Helping Hands di Trustpilot, che mira a ricordare sia ai consumatori che alle aziende che a volte – prima di comportarsi con impulsività – è il caso di fermarsi, prendersi un attimo di pausa ed incentivare solo conversazioni costruttive, non cercando di ferire ad ogni costo il proprio interlocutore.

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