Berlusconi apre all’amico Putin. La svolta a Napoli, durante la convention di Forza Italia. “Per portare Putin al tavolo delle trattative non si possono fare dichiarazioni come quelle che giungono da Gran Bretagna e Nato, l’Europa convinca Kiev ad accettare le richieste di Putin”.
E sull’invio di materiale bellico a Kiev la posizione rimane scettica: “Inviare armi significa essere cobelligeranti, anche noi in guerra. Cerchiamo di farla finire, questa guerra. Ma se dovessimo inviare ancora armi sarebbe meglio non farne tanta pubblicità…”.
Una posizione fino a tempo fa diversa. Vedi il 9 aprile, nella prima esternazione sul tema guerra. “Non posso e non voglio nascondere di essere profondamente deluso e addolorato dal comportamento di Vladimir Putin”, diceva il Cavaliere, “Si è assunto una gravissima responsabilità di fronte al mondo intero. Io l’avevo conosciuto vent’anni fa e mi era sempre sembrato un uomo di democrazia e di pace”.
Un’amicizia ventennale che sembrava essersi interrotta il 24 febbraio, giorno dell’attacco sulla capitale ucraina, con il presidente russo che non ha più risposto alle chiamate dell’ “amico Silvio”.
Berlusconi e Putin si sono conosciuti nel 2001, al G8 di Genova, quando l’allora premier italiano si è assunto il ruolo di mediatore tra il leader russo e il presidente americano George W. Bush. Da allora sono cambiati governi, alleanze, incarichi, anche compagne ma per più di vent’anni la loro profonda relazione umana e politica è rimasta intatta e sempre scandita da viaggi, cene, e foto, insieme sorridenti.