GUIDONIA – Rogo tossico, il sindaco se la prende con l’Asl e non coi rom: il Tar lo boccia

Mauro Lombardo aveva ordinato alla Rm 5 di bonificare la discarica nel campo abusivo all’Albuccione. Comune condannato

Ci sarebbe da ridere, se non ci fosse da piangere. Un’ordinanza firmata da un sindaco – peraltro esperto avvocato – bocciata dai giudici del Tar perché scritta coi piedi.

Sembra di esser tornati indietro nel tempo, quando a gestire la cosa pubblica a Guidonia Montecelio erano i “principianti” del Movimento 5 Stelle, non certo fior di professionisti ed esperti manager arruolati nel Nuovo Polo Civico.

E’ quanto emerge dal caso del rogo tossico divampato nella notte tra martedì 15 e mercoledì 16 novembre 2022 al campo rom all’Albuccione, quartiere alla periferia di Guidonia Montecelio (CLICCA E LEGGI L’ARTICOLO DI TIBURNO).

Un campo, il più grande della provincia di Roma, che in campagna elettorale il sindaco Mauro Lombardo definiva illegale ed abusivo per il quale in un video del 2 giugno 2022 – CLICCA E GUARDA IL VIDEO - annunciava il suo impegno per lo smantellamento una volta eletto primo cittadino.

Proprio su quel campo rom ieri, mercoledì 15 febbraio, il Tribunale amministrativo regionale del Lazio ha condannato l’operato del sindaco e costretto i contribuenti a pagare per gli errori.

E’ in sintesi la sentenza numero 2656 – CLICCA E LEGGI LA SENTENZA - con la quale il Tar ha annullato l’ordinanza numero 423 emessa giovedì 17 novembre 2022 dal sindaco di Guidonia Montecelio, l’avvocato Mauro Lombardo.

A citare in giudizio l’amministrazione comunale era stata la Asl Roma 5 di Tivoli, destinataria dell’ordinanza annullata e proprietaria dell’area all’altezza del chilometro 20 della via Tiburtina, fino a qualche giorno prima del rogo tossico occupata dai “Camminanti Siciliani”, il popolo nomade da anni stabilitosi a Guidonia e conosciuto per i lavori di svuota-cantine.

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Quella notte le fiamme divorarono rifiuti di ogni tipo. Mobili. Suppellettili. Pedane. Elettrodomestici tra frigoriferi e lavatrici. Un inferno di fuoco che impegnò per mezza giornata sei squadre dei vigili del fuoco dai distaccamenti di Villa Adriana, Frascati e Nomentano (CLICCA E LEGGI L’ARTICOLO DI TIBURNO).

Ma svariate tonnellate di rifiuti dello stesso tipo restarono sul terreno di proprietà della Asl Roma 5, un tempo intestati all’ex Pio Istituto Santo Spirito.

Una volta spente le fiamme, sul luogo dell’incendio insieme ai Carabinieri della Compagnia di Tivoli, della Tenenza di Guidonia, agli agenti della Polizia Locale della Città dell’Aria e ai tecnici di Arpa Lazio, intervennero i Carabinieri Forestali della stazione di Guidonia.

Sulla base del rapporto di servizio stilato dai Forestali, il sindaco Mauro Lombardo impose all’Azienda Sanitaria Locale di Tivoli di rimuovere e smaltire a proprie spese i resti dei rifiuti bruciati e quelli conservati entro 30 giorni: nel caso in cui l’Azienda Sanitaria non avesse ottemperato il sindaco annunciò che sarebbe intervenuto il Comune addebitando le spese di intervento alla stessa Asl proprietaria.

Ma anziché bonificare l’area, la Asl ha dato mandato all’avvocato Fabrizio Federici di impugnare l’ordinanza davanti al Tar.

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I giudici hanno riconosciuto fondato il motivo del ricorso, in quanto non sarebbero stati indicati con la necessaria specificità i presupposti in base ai quali il Comune avrebbe ritenuto di porre a carico dell’ASL la rimozione dei rifiuti.

Il provvedimento del sindaco risultava emesso in dichiarata applicazione dell’articolo 192 comma 3 decreto legislativo numero 152/06: tuttavia la norma prevede possibilità di obbligare alla bonifica il proprietario soltanto se ad esso sia imputabile una condotta od omissione dolosa o specificamente colposa che abbia agevolato l’illecito sversamento dei rifiuti non potendosi configurare una responsabilità “da posizione”.

In poche parole, prima ancora di prendersela con la Asl il sindaco se la sarebbe dovuta prendere con i nomadi che hanno creato la discarica andata in fiamme.

A questo punto una domanda sorge spontanea.

Gli occupanti abusivi dell’area di proprietà della Asl di Tivoli sono mai stati identificati e censiti?

Oppure rom e Camminanti Siciliani si sono stanziati nell’area senza mai essere disturbati?

Chissà.

Nel frattempo il Tar ha condannato il Comune di Guidonia Montecelio a risarcire la Asl Roma 5 di mille euro più iva.

Pagano i contribuenti, gli stessi che pagheranno la bonifica.

Per dirla con uno slogan in voga in campagna elettorale, anche così l’Albuccione e Guidonia Montecelio diventano meglio.

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