GUIDONIA - Bimbo autistico costretto alle cure private, Asl condannata

L’Asl di Tivoli deve risarcire la famiglia delle spese sostenute finora ed assicurare la terapia comportamentale

I genitori avevano richiesto la terapia comportamentale a carico del Servizio Sanitario Nazionale. Ma dagli uffici di via Acquaregna nessuno aveva risposto, costringendo la coppia a far curare il bambino a proprie spese.

Non sarebbe dovuta andare così.

La Direzione dell’Azienda Sanitaria Locale di Tivoli

Lo ha stabilito oggi, venerdì 21 aprile, il Tar del Lazio che con la sentenza numero 6907 – CLICCA E LEGGI LA SENTENZA – ha condannato la Asl Roma 5 di Tivoli a risarcire una famiglia di Guidonia per le spese sostenute finora e a garantire la terapia comportamentale individuale, un servizio fondamentale per un bimbo di appena 5 anni con Disturbo dello Spettro Autistico di gravità media.

In 35 pagine di sentenza i giudici del Tar hanno condiviso gran parte della tesi dell’avvocata Giorgia Rulli, legale esperta nel diritto per la tutela della disabilità e punto di riferimento per le associazioni che operano nel settore dell’autismo.

L’avvocata Giorgia Rulli, esperta nel diritto per la tutela della disabilità

La vicenda trattata dal Tar inizia il 25 marzo 2022, quando i genitori del bimbo che oggi ha 5 anni chiedono alla Asl di erogare al bambino la terapia comportamentale con metodo E.S.D.M. per 20 ore settimanali per un periodo di almeno 48 mesi, come raccomandato dalle Linee Guida dell’Istituto Superiore di Sanità, oppure di sostenere le spese necessarie alla coppia per la terapia.

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L’Azienda Sanitaria Locale di Tivoli neppure risponde alla richiesta di aiuto, per questo la coppia decide di affidarsi all’avvocata Rulli e di citare la Roma 5 davanti al Tar.

I giudici hanno ripercorso il calvario della famiglia a partire da settembre 2019, quando al bambino – che all’epoca aveva poco più di un anno – gli fu diagnosticato un disturbo del neuro-sviluppo, con rischio di disturbo dello spettro autistico.

La clinica “Villa Dante” di Guidonia, dove il bimbo era sottoposto a terapia psicomotoria e logopedica

Per questo il 21 ottobre 2019, il piccolo fu preso in carico dalla Asl di Tivoli e iniziò la terapia psicomotoria e logopedica a “Villa Dante” di via Roma a Guidonia, il centro accreditato del Gruppo “I.N.I.”.

All’età di due anni – era l’8 settembre 2020 – il piccolo fu sottoposto ad una successiva valutazione presso l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma e in quella sede venne emessa la diagnosi di rischio di Disturbo dello spettro autistico (Dsa). Secondo i medici, in aggiunta alla terapia psicomotoria cui già era sottoposto, il piccolo aveva bisogno di una terapia psicoeducativa per il Dsa.

La valutazione del Bambino Gesù fu condivisa anche dalla Asl di Tivoli in una visita effettuata sempre nel mese di settembre 2020 con conferma della diagnosi di disturbo del neurosviluppo con elevato rischio di Dsa e invio presso il Polo Autismo aziendale.

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A quel punto, il bambino fu inserito in lista d’attesa per poter iniziare la terapia cognitivo – neuropsicologica presso una struttura pubblica.

Nel frattempo i genitori non restarono con le mani in mano e portarono il figlioletto a terapia presso strutture private pagando tutto di tasca propria. Mentre i mesi trascorrevano, dalla Asl nessuno rispondeva.

Oggi il Tar ha dichiarato l’illegittimità sia del silenzio della Roma 5 rispetto alla domanda presentata dai genitori, sia la mancata presa in carico del bimbo da parte del Servizio sanitario regionale: compito della Asl fin da subito sarà dunque la redazione di un piano/programma/progetto individuale completo “per terapia cognitivo/neuropsicologica”.

Nella sentenza i giudici hanno lasciato margini di discrezionalità tecnica alla Asl per valutare se il bimbo ha effettivamente bisogno di 20 ore settimanali di terapia.

Il Tar ha invece riconosciuto ai genitori un danno pari a 5.660 euro e 60 centesimi, soldi spesi per la terapia comportamentale erogata da struttura privata.

La Asl di Tivoli dovrà inoltre rimborsare alla coppia 2 mila euro per le spese di lite sostenute.

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