TIVOLI – Alessandro, tramortito con un pugno alla tempia e massacrato a calci

La ricostruzione del pestaggio fa accapponare la pelle

E’ stata un’aggressione di una violenza inaudita, feroce, senza alcuna pietà.

Così in un comunicato stampa il Procuratore Capo di Tivoli Francesco Menditto ricostruisce l’uccisione di Alessandro Castellaccio, il 40enne di Tivoli massacrato a calci e pugni in faccia domenica pomeriggio 18 giugno nel Centro storico della città e deceduto dopo 5 giorni di agonia (CLICCA E LEGGI L’ARTICOLO DI TIBURNO).

Proprio la ferocia dimostrata durante il pestaggio, stamane è valsa la reclusione in carcere con l’accusa di omicidio volontario per Ion Voicu, 35 anni, e per Mircea Nasaf, 51 anni, due operai romeni finora sconosciuti alle forze dell’ordine.

I carabinieri della Compagnia di Tivoli attraverso un’indagine lampo sono riusciti a ricostruire tutte le fasi del dramma accaduto domenica 18 giugno in piazza Codro Benedetti, lo slargo adiacente a via Domenico Giuliani (un tempo via Maggiore) e alla chiesa di Sant’Antonio Abate, nel Centro storico di Tivoli.

Un’aggressione violenta, avvenuta in un tranquillo pomeriggio estivo, davanti ad un bar, un’aggressione in cui probabilmente la quantità di alcool ingerito ha giocato la sua parte.

Alessandro Castellaccio, Operatore Socio Sanitario presso l’Ospedale “San Giovanni Evangelista”, mentre rincasava si era fermato in piazza Codro Benedetti per chiedere di abbassare il volume della musica che alcuni cittadini romeni stavano ascoltando.

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Così era nata una discussione, in particolare con Aurel C. un 42enne romeno che Alessandro Castellaccio aveva colpito con un pugno al volto rompendogli le ossa del naso.

A quel punto, si è scatenata la furia omicida.

Sempre secondo la ricostruzione degli inquirenti, Castellaccio è stato circondato dagli aggressori e colpito alle spalle da un pugno sferrato con inaudita violenza alla testa da parte di Ion Voicu.

Un pugno tanto violento da far stramazzare il 40enne italiano sul selciato a faccia avanti.

A “completare l’opera” sarebbe stato Mircea Nasaf, detto anche il “Legionario” per i suoi trascorsi in un’associazione di rievocazioni storiche: il 51enne ha colpito Alessandro Castellaccio ripetutamente a calci, anche sul volto, quando già la vittima era a terra e priva di sensi.

Colpito ripetutamente da calci al viso da un uomo “…come se tirasse un calcio ad un pallone… “, hanno raccontato i testimoni.

Proprio grazie alle testimonianze dei presenti e alle immagini registrate da una telecamera presente sulla piazza i carabinieri sono risaliti a Ion Voicu e Mircea Nasaf, dileguatisi subito dopo il pestaggio.

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Infatti nella settimana in cui Alessandro Castellaccio ha lottato tra la vita e la morte, le indagini coordinate dal pubblico ministero Gabriele Iuzzolino non si sono mai fermate.

Numerosissime le testimonianze raccolte dai Carabinieri che, insieme alle immagini estrapolate da telecamere presenti sul posto, hanno permesso di individuare i presunti responsabili della brutale azione.

Secondo il Giudice Emanuela Maria Francini le dichiarazioni rese dalla compagna di Alessandro Castellaccio circa la dinamica del fatto, le fattezze fisiche degli aggressori e i capi d’abbigliamento indossati, hanno trovato pieno riscontro nei racconti di altri presenti.

Decisiva è stata la perquisizione dei militari nell’alloggio abitato da Mircea Nasaf, dove è stato rinvenuto un paio di scarpe sporche di sangue nella parte superiore, scarpe che il convivente del 51enne ha indicato come quelle indossate la sera del pestaggio.

In casa di Nasaf e di Voicu sono stati rinvenuti e sequestrati capi di abbigliamento corrispondenti a quelli indicati dai testimoni come indossati dai due aggressori al momento del fatto.

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