TIVOLI – Si ubriaca e maltratta la moglie davanti ai figli, condannato a tre anni

Il 60enne marocchino si è difeso: “E’ la mia cultura”

In aula ha tentato di difendersi attribuendo i suoi comportamenti alla cultura del proprio paese d’origine. Ma la giustificazione non ha retto perché l’oramai ex moglie e i figli lo hanno inchiodato alle sue responsabilità.

Per questo ieri, martedì 14 novembre, il Tribunale di Tivoli ha condannato in primo grado un 60enne marocchino con cittadinanza italiana a tre anni di reclusione e al pagamento delle spese processuali per maltrattamenti nei confronti della moglie aggravati dalla presenza dei figli.

Il Collegio presieduto da Rosamaria Mesiti – a latere le giudici Giovanna Riccardi e Adriana Mazzacane – ha condiviso la tesi della Procura della Repubblica, che aveva invece richiesto una pena di 4 anni, condannando l’imputato alle pene accessorie dell’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni e alla sospensione della responsabilità genitoriale per sei anni.

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Secondo la ricostruzione dei magistrati, i maltrattamenti in famiglia sono avvenuti dal 2017 al 10 novembre 2019 a Montorio Romano, dove il 60enne abitava insieme alla moglie – una 54enne marocchina con cittadinanza italiana – e ai due figli maschi, oggi di 27 e 19 anni.

L’uomo, venditore ambulante, rincasando sotto gli effetti dell’alcol, non perdeva occasione per accanirsi sulla donna con offese e parolacce, schiaffi, spintoni e minacce di morte. Una escalation di violenza quotidiana sotto gli occhi dei due figli, passata sotto silenzio per quasi tre anni.

Almeno fino al 10 novembre 2019, giorno in cui il 60enne minacciò di morte la moglie puntandole un coltello alla gola. Soltanto allora la 54enne trovò la forza di allertare i carabinieri della Compagnia di Monterotondo e denunciare l’uomo che aveva sposato in Marocco nel 1995.

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A quel punto, la donna fu trasferita in una struttura protetta di Monterotondo dove fu seguita in un percorso di recupero insieme al figlio più piccolo, all’epoca minorenne.

Ieri in Tribunale la 54enne ha raccontato ai giudici gli anni di maltrattamenti subiti, ha espresso la volontà di divorziare dal marito ma ha rinunciato alla costituzione di parte civile.

Le motivazioni della sentenza saranno pubblicate tra 90 giorni.

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