SANT’ANGELO ROMANO – Bracconieri nella Riserva, è morto il rapace salvato dai Rangers

L’astore femmina ripetutamente impallinata: indagano i Guardiaparco

La radiografia ha fugato qualsiasi dubbio.

Le fratture scomposte erano dovute a pallini da caccia che ne hanno irrimediabilmente compromesso le condizioni generali, a tal punto che il rapace è deceduto durante il disperato intervento chirurgico per rimuovere i residui dello sparo.

E’ morta la bellissima femmina di astore – e non poiana, come inizialmente ipotizzato, ndr – rinvenuta domenica mattina 10 dicembre dai volontari dell’Associazione Ranger’s d’Italia a ridosso della Riserva di Poggio Cesi nel territorio del Comune di Sant’Angelo Romano (CLICCA E LEGGI L’ARTICOLO DI TIBURNO).

A comunicarlo è l’Ente Parco Naturale Regionale dei Monti Lucretili sotto la giurisdizione del quale ricade l’area protetta dove bracconieri senza scrupoli hanno sparato ad una specie che – secondo gli esperti – da decenni non abitava più le zone della campagna romana.

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L’Ente regionale diretto dal Commissario straordinario Marco Piergotti ha avviato le indagini e delegato i Guardia Parco per risalire agli autori.

Domenica mattina, dopo il rinvenimento, gli ispettori ambientali dell’Associazione Ranger’s d’Italia coordinati dal dirigente operativo Antonio Lotierzo avevano consegnato il volatile, specie protetta, ai Guardia Parco dei Monti Lucretili.

Trasportato alla sede del Parco, dove grazie all’aiuto di vari esperti interpellati dai dipendenti era stato correttamente identificato come astore e non come poiana, e ne era stato disposto l’immediato trasferimento al centro di recupero della fauna selvatica del Parco dell’Abatino.

Con una radiografia si sono evidenziate delle fratture scomposte dovute a pallini da caccia, lesioni che ne hanno irrimediabilmente compromesso le condizioni generali, tanto che durante l’intervento chirurgico per la rimozione dei residui dello sparo e per tentare di ricomporre le ossa, il rapace è deceduto rendendo vano ogni sforzo.

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“Un gesto ignobile – commenta in un comunicato il Commissario straordinario del Parco dei Monti Lucretili Marco Piergotti – in quanto sparare ad un rapace è sempre un reato. Farlo in area protetta, poi, è ancora più grave, un atto da veri e propri bracconieri senza scrupoli”.

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