GUIDONIA – “Il ragazzo dai pantaloni rosa” smuove le coscienze delle giovani generazioni

Gli studenti dell’Istituto tecnico “Volta” contro bullismo e omofobia

Il bullismo contro la diversità, una piaga che si fa sempre più profonda nella società di oggi, soprattutto nelle giovani generazioni. Per curare quella piaga l’Istituto Tecnico Tecnologico Statale “Alessandro Volta” ha promosso un progetto dedicato alle classi seconde della sede centrale di Tivoli e per la distaccata di Guidonia.

Così lunedì 4 novembre, gli studenti dell’Istituto Tecnico hanno partecipato alla proiezione in anteprima del film “Il ragazzo dai pantaloni rosa”, ispirato alla vera storia di Andrea Spezzacatena, quindicenne vittima di bullismo e cyberbullismo omofobico, che si tolse la vita il 20 novembre 2012.

L’iniziativa è nata su proposta della professoressa Iolanda Nappi, con un intervento iniziale della Dirigente Scolastica Maria Cristina Berardini, la presenza del Vicepreside di Guidonia, il professor Massimiliano De Sena, di alcuni componenti del Team del Bullismo, le insegnanti Annapaola De Santis, Cristina Vianello, Annalaura Ammaturo, e i docenti accompagnatori di entrambe le due sedi.

La visione del film diretto da Margherita Ferri ha fatto riflettere sui gesti e sulle parole, sull’importanza del rispetto dell’altro, di ciò che si dice quando si scherza, giocando sulle debolezze altrui con troppa leggerezza e superficialità.

Il momento più toccante della giornata è stata la testimonianza della mamma di Andrea Spezzacatena: in collegamento live da Roma, Teresa Manes ha esortato gli studenti dell’Istituto “Volta” a rendere la loro vita meravigliosa, rivelando di non aver voluto salutare per l’ultima volta il figlio prima che chiudessero la sua bara perché “in fondo – ha detto – più che sperarlo, sapevi che da questo dolore poteva e doveva sbocciare una cultura di pace, di amore”.

Il film è un invito ad accogliere l’alterità e l’unicità di ognuno, un monito ai ragazzi a parlare con qualcuno se ci si senta discriminati, non accettati per come si è: per questo lunedì ogni studente ha indossato un capo di abbigliamento rosa.

Per ringraziare Teresa Manes per il suo impegno, la classe seconda D di Guidonia ha portato due cartelloni con delle frasi scelte sul tema e inserendo citazioni della madre, raccolte da interviste varie sotto la supervisione delle docenti Francesca Rossi, Jessica Vergone e Giulia Falone.

Al termine della visione gli alunni hanno scritto di proprio pugno alcune brevi recensioni.

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Quella di Chiara Stefani è intitolata “La rosa che non sapeva di dover appassire…L’Urlo della Fragilità”.

“Il bullismo è un’ombra – ha scritto la studentessa – è il peso delle parole non dette, è invisibile ma profondo, lascia delle cicatrici nei cuori. Oggi l’indifferenza è nemica e la fragilità unita alla sensibilità diventa un bersaglio, ogni sguardo, ogni parola può diventare un’arma. La diversità non è vista come valore, come un qualcosa che arricchisce, ma come un qualcosa da eliminare, un colore da cancellare o un fiore da calpestare…

Andrea è un simbolo di coraggio, il colore dei pantaloni rosa diventa la ribellione contro i pregiudizi. Ha spezzato veramente le catene in nome della libertà di essere. Il concetto dei colori è un qualcosa che viene etichettato, spesso ci viene detto “quel colore è da maschio” o “quel colore è da femmina”, ma mai “quel colore ti rappresenta”.

I colori maschili o i colori femminili non esistono, esiste solo il colore che senti più tuo…

Il film parla di tutta la sua vita, che ci scorre davanti e la scena più bella è stata quando Andrea ha abbracciato la madre verso la fine del film, un abbraccio lunghissimo, silenzioso, poetico, dopo aver festeggiato il tuo ultimo 15esimo compleanno. Il suo sorriso indelebile è luce che nessuno potrà spegnere mai”.

“Mi sarei immaginato che potesse finire diversamente, che le persone attorno alla tomba di Andrea gli avessero portato tutte qualcosa di rosa, inclusa la mamma e i suoi amici – è il pensiero di Mario LeonardiMi ha convinto il fatto che Andrea (da morto) parla e si racconta dalla sua nascita. Quello che mi ha colpito è stata l’assenza del padre nel finale del film quando c’è stata solo la madre che è esplosa in lacrime.

E non c’è un professore nella trama, come se fosse mancata anche la scuola”.

“E’ un racconto triste dei giorni nostri che deve far pensare a come le parole possono aiutare ad andare a fondo o a farci prendere il volo in un cielo azzurro”, il commento di Lorenzo Rossi.

“La colonna sonora si abbina bene con il tono emotivo del film – osserva Alessandro AngeliniLa musica è molto importante per Andrea, sembrava sempre portarla con sé come compagnia, grazie alle sue cuffie. Nel film ci arriva la sua solitudine. Tuttavia, avrei forse preferito vedere un approfondimento maggiore sulla madre oppure una reazione verso la fine dei bulli, o sapere come stava suo fratello minore dopo il suicidio”.

“Vorrei che chi ha deriso e bullizzato Andrea andasse a vederlo al cinema per renderli consapevoli e comprendere le conseguenze, almeno oggi, delle loro azioni”, la considerazione di Ginevra Renzi.

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“Ho apprezzato l’idea della regista di non puntare il dito contro qualcuno – scrive Daniele Buciucome se tutto fosse un insieme di cause ed affetti ma mi aspettavo qualcosa di maggior impatto, più forte, l’ho percepito troppo romanzato”.

“Pensavo – il commento di Alessandro Badialiche si sarebbe concentrato tutto intorno alla sua morte, mi sarei aspettato il funerale, invece sono rimasto sorpreso di come sia stato pensato”.

“Mi è piaciuta molto anche la colonna sonora, che sembra adattarsi perfettamente all’umore di ogni scena, rendendo tutto ancora più intenso – sottolinea Antonio CurciSe c’è una cosa che cambierei? Forse avrei approfondito un po’ di più il lato psicologico di Christian, per capire cosa lo spingesse a essere così crudele”.

“Il ragazzo dai pantaloni rosa – commenta il Vicepreside della sede di Guidonia, il professor Massimiliano De Senaè un film di fortissimo impatto emotivo, a tratti sconvolgente, ma che racconta la drammatica verità sul fenomeno del bullismo nelle scuole e che io personalmente spesso mi trovo ad affrontare.

Le scene sì sono forti e ciò che mi ha commosso è che i nostri studenti hanno sensibilmente e profondamente capito il dramma vissuto dal protagonista e tutti commossi hanno applaudito alla fine del film per dimostrare la loro vicinanza alla famiglia della vittima”.

“Il film – conclude la Dirigente Scolastica dell’Istituto “Alessandro Volta”, Maria Cristina Berardiniha colpito al cuore le classi presenti e sarebbe importantissimo proiettarlo in tutte le scuole per capire cosa può fare quello che viene definito un “semplice” scherzo”.

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