VIDEO Tivoli – Una città invivibile e piena di barriere architettoniche

Tivoli non è una città per disabili. Eppure sono oltre 2mila quelli che ci vivono e che ogni giorni sono costretti a combattere con le numerose barriere architettoniche presenti, strade impraticabili e mancanza di servizi. Anche se la legge 13/89 non lascia molto spazio all’inventiva, visto che indica in dettaglio le modalità con cui deve essere garantita l’accessibilità ai cittadini, soprattutto nei luoghi pubblici.

“Questa città è al posto Z per quanto riguarda la cura e l’attenzione alle problematiche legate alle persone disabili – dice Anna Benedetti, presidente della Lega arcobaleno -. Ogni volta che i candidati sindaco si preparano alla campagna elettorale per arrivare al governo della città ci fanno numerose promesse, ma vengono poi quasi tutte dimenticate”. Tra le proposte avanzate in passato dalla Lega, ci fu anche la richiesta di anticipare alle persone meno ambienti i contributi statali per l’abbattimento delle barriere architettoniche presenti nelle loro case (ad esempio scale e passaggi troppo stretti), come indica la legge. Una richiesta rimasta però inevasa. “I nostri obbiettivi sono chiari e continueremo a far sentire la nostra voce”, conclude Benedetti.
Quella dei disabili tiburtini è ormai una situazione insostenibile. Eppure, i numerosi cantieri presenti soprattutto in centro, potrebbero essere un’opportunità per migliorare le loro condizioni. Ma non sempre va così. L’esempio di piazza del Plebiscito, restaurata da pochi anni, la dice davvero lunga sul lavoro dell’amministrazione: gli scivoli e i marciapiedi sono stati costruiti in maniera non idonea e i negozi che vi si affacciano presentano ancora scalini insuperabili per chi è costretto in carrozzella. “Non possiamo entrare in farmacia, bere un caffè al bar, nulla — spiega Giampiero, che a bordo della sua sedia a rotelle ha girato la città con le telecamere di Tiburno.tv -. Questa città ci ghettizza, e questo non è accettabile”. Problemi anche per i bambini che frequentano la scuola dell’obbligo. Per quelli che vanno alla Scuola del Gesù, in via del Collegio, il calvario inizia al mattino per entrare in un edificio che tutto intorno è oscurato dalla confusione del traffico circostante, con una sola rampa di accesso alla piazza (non idonea), e che continua all’interno del plesso “perché privo dei bagni per disabili”, come racconta una mamma. E questo è solo un esempio della situazione che dilaga sicuramente in tutta la città. Ma come si può pensare che le cose vadano meglio se proprio il palazzo del Comune, Palazzo San Bernadino, è off limits per i disabili?

Servizio di Veronica Altimari

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