Mandela – Irrompe al funerale, minaccia i presenti e morde i carabinieri

Aveva bevuto tanto, che girava per il paese senza meta con un bastone in mano. Ma deve essersi caricato alla vista di un gruppo di persone riunite sul sagrato della chiesa per un funerale.
A nulla è valso il tentativo del sindaco prima e dei carabinieri poi di calmare Fanica Esanu, un 36enne romeno senza fissa dimora, che armato di un bastone ha mandato tre militari all’ospedale ed è stato arrestato per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale.
E’ accaduto giovedì pomeriggio 12 dicembre a Mandela davanti alla chiesa di San Nicola di Bari, dove alle 15 erano in programma i funerali della mamma dell’ex sindaco del paese Gaetano Sartori, Pd. Il protagonista è diventato l’attuale sindaco Giovanni Scarabotti, 58 anni, ex bancario, eletto nel 2011 con la lista civica per Mandela, capo di un’amministrazione di larghe intese, nonostante una sua precedente candidatura comunale nella “Lista civica di Alemanno”.
E’ stato lui ad allertare il 112 quando ha visto che ragionare con Fanica Esanu era impossibile, tant’è che il 36enne stava dando in escandescenza proprio nel momento in cui il parroco don Mario Jaime Leonel Romero Arias benediva la salma. Fatto sta che tra lo stupore e il timore di parenti ed amici della famiglia Sartori è immediatamente intervenuta una gazzella con a bordo tre carabinieri della stazione di Vicovaro. A quel punto la reazione del romeno è esplosa a suon di pugni, calci e morsi: i militari sono riusciti a bloccarlo, ma hanno dovuto faticare non poco. Tutti e tre, un carabiniere di 55 anni, uno di 48 e un altro di 33, sono dovuti ricorrere alle cure del pronto soccorso di Tivoli. Il primo se l’è cavata con una prognosi di quattro giorni per una contusione al ginocchio, il secondo guarirà in sette giorni la contusione alla mano, proprio come il più giovane preso a morsi alle mani e alle braccia. Anche Fanica Esanu è stato medicato alla contusione al ginocchio sinistro e ne avrà per tre giorni: li trascorrerà a Rebibbia dove è stato recluso dopo la condanna ad un anno e tre mesi di reclusione inflittagli dal giudice Maria Grazia Patrizi.

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