Il ricordo – Marcellina piange Elio, volato in cielo tra le braccia della madre

Il paese e la scuola si stringono solidali intorno ai parenti del 15enne deceduto in ospedale a seguito del terribile incidente in Calabria che ha distrutto la famiglia D’Agabito. La mamma Enza era morta sul colpo quel 16 febbraio.

“Miei cari non piangete! L’Angelo quella notte mi ha messo le ali e mi ha insegnato a volare, così ho attraversato le strade stellate fino al Paradiso raggiungendo le braccia di mia madre…”, così è inciso sul santino diffuso ai funerali in ricordo di Elio D’Agabito, il 15enne di Marcellina deceduto martedì 25 febbraio, a seguito del tragico incidente stradale sulla Salerno-Reggio Calabria, in cui ha perso la vita la madre Provvidenza Scaturro, pochi giorni prima.
Elio frequentava il primo anno all’Istituto superiore Alberghiero “Petrocchi” di Palombara Sabina. Sul sito ufficiale della sua scuola, “gli alunni e il personale tutto esprimono il più profondo affetto per Elio, nostro carissimo studente, sempre sorridente, gentile, pronto, educato, simpatico e affettuoso”.
D’Agabito, prematuramente scomparso per le ferite riportate nell’incidente, è stato ricordato da tutti i suoi compagni di Istituto, dai professori e dal personale del “Petrocchi”, insieme ai parenti, venerdì 28 febbraio nella chiesa Cristo Re di Marcellina.
Nell’omelia celebrata da don Domenico Cauteruccio tutta Marcellina e non solo si è stretta con commozione intorno agli zii e ai cugini di Elio. Occhi lucidi ed un lungo applauso per la lettura divulgata in sua memoria: “Ciao Elio, questa è la vita, porta sempre via le persone più care e più buone. Come stai? Crediamo sia inutile chiedertelo perché sappiamo che ora lì stai bene, perché sei insieme alla tua mamma. Crediamo di sì, perché a tutti i bambini, ragazzi, addirittura ai grandi piace stare con la mamma. Lì con le sarai felice per sempre. Eri forte e generoso: con il tuo sorriso affrontavi tutto… arrivavi in classe con caramelle e gomme da offrire a tutti. Questo in qualche modo ti rendeva felice, forse, perché quando erano felici gli altri, lo eri anche tu e così riuscivi a superare difficoltà e ostacoli, anche quelli più grandi. Infatti, nonostante tutti i tuoi problemi, tu andavi avanti; sorridevi e scherzavi con tutti; il tuo sorriso era spettacolare e ci coinvolgeva sempre. Sai, ci manca la tua presenza. Tra quei banchi c’è un vuoto grande, anzi grandissimo! Perché è successo proprio a te? Una persona fantastica come te non meritava di andar via così presto. Ma la vita può allontanarci, l’amore poi continuerà…! Sullo striscione abbiamo scritto il tuo nome, che rimarrà per sempre nel nostro cuore.E lasci in giro il tuo profumo, come a dirci: Io ci sono; come a dirci. sarò sempre qua. Ciao Elio ci mancherai per sempre”. Così i suoi compagni di scuola a Palombara Sabina D’Agabito aveva appena compiuto 15 anni, era il 14 gennaio. Era un ragazzino speciale, buono e sempre allegro. Simpatizzante della Roma, amava stare con i suoi coetanei con i quali condivideva intere giornate, spensierate. Ora è volato in cielo dalla sua cara mamma Enza che lì, in Paradiso, non poteva lasciare sola. Enza era una piccola donna di 38 anni, umile e silenziosa. A Marcellina spesso si vedeva seduta in silenzio alla fine del muretto sulla via di casa a via Monte Grappa. Era una donna che si vergognava con le sue amiche se sussurava una parola in più, coprendosi al bocca con la mano. Era una “mamma coraggio” che amava i suoi figli e il marito. A volte piangeva in silenzio e sorrideva con i suoi cari affetti. Bastava poco per ferirla. Ora che il suo Elio è con lei, nessuno potrà separarli. I D’Agabito, siciliani d’origine, marcellinesi d’adozione. Gente vera, famiglia riservata e discreta. Marcellina piange e non dimentica: per loro è partita una gara di solidarietà che non ha confini.

Gino Ferretta

 

 

  

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La lettera per mamma Enza dalle amiche di Marcellina

“Per te cara Enza che da lassù continui a guardarci e a volerci bene. Questa lettera è perché era ancora troppo giovane da dover andar via, perché ancora aveva una vita da godersi e da vivere. Noi che restiamo qui ci facciamo sempre la stessa domanda: Perché proprio lei? Questa sarà una domanda alla quale non potremo mai rispondere, ma provate a pensare ad una cosa, quando andiamo in un prato fiorito, quali sono i fiori che cogliamo? Quelli belli o quelli brutti? Ecco questa è la risposta che giorno dopo giorno tentiamo di darci.
La notte qui è buia e fredda, i giorni passano velocemente e tu hai lasciato in noi e nei tuoi cari una cicatrice incurabile,ma hai anche lasciato uno splendido sorriso, pieno di vita e gioia. Il destino con te è stato balordo e ha voluto strapparti dalle nostre braccia e da quelle dei tuoi cari, violentemente, senza spiegazioni. Noi continueremo ad amarti e guardando le stelle proveremo a rispecchiarci nel tuo splendido viso.
Siamo sicuri che tu lassù continuerai a ridere e a gioire delle nostre vittorie.
Ognuno di noi ha legato a te un ricordo profondo che ogni volta che torna in mente fa scendere una lacrima. Speriamo solo che tu lassù non debba più soffrire e speriamo anche che, anzi ne siamo sicuri, che tu ogni minuto della nostra giornata sarai vicina a noi e ai tuoi cari. Sai Enza qui di te manca tutto, manca il tuo sorriso, manca la tua forza, il tuo coraggio, manca tutto di te.
Abbiamo perso il conto di tutte le lacrime che ci sono cadute ma qui la vita deve continuare il suo ciclo, non sempre giusto, dobbiamo ritornare a vivere e dobbiamo abituarci a vivere senza averti più vicina. Un giorno ci rincontreremo tutti e faremo tutto quello che non abbiamo potuto fare con te. Quando arriverà quel giorno anche noi come te non piangeremo più non sentiremo più il dolore e anche noi come te saremo stelle che illumineranno le notti di chi ci vuole bene. Enza noi non ti diciamo addio, non ti diciamo ciao, ma ti diciamo a presto.
Ti vogliamo bene non lo scordare!”

Le tue amiche

 

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