Sportiva, energica e sempre in movimento nei suoi 174 centimetri di energia e sport allo stato puro. Giocatrice professionista di pallacanestro, Eleonora sul rettangolo di gioco è una vera forza della natura e la sua migliore qualità è la visualizzazione, caratteristica che le permette di anticipare con destrezza le avversarie. Quando non indossa la divisa da basket il suo fisico, sempre in forma smagliante, le permette di sfoggiare con sicurezza look iperfemminili. Una sana alimentazione e un duro allenamento giornaliero, queste sono le parole d’ordine del suo benessere fisico e mentale.
Ho iniziato all’età di sette anni a scuola. Il mio allenatore di allora, Vittorio Rotolo, ha visto in me un talento e così ho iniziato ad allenarmi nella sua squadra. Anche mio fratello giocava a basket, anche se poi si è orientato sul calcio.
Altro sport di casa, visto che anche tuo marito è un calciatore (Matteo Federici attaccante del Monterotondo Calcio ndr). Quanto è stato importante nel vostro rapporto essere entrambi atleti?
Ci siamo conosciuti ad Alghero andando a vedere le rispettive partite. Il fatto di essere due sportivi ci ha facilitato molto, facciamo le stesse cose, abbiamo gli stessi ritmi, d’estate abbiamo più tempo per stare insieme. Siamo entrambi consapevoli di quanto lo sport sia importante nelle nostre vite.
L’agonismo impone delle rinunce. Tu come le hai vissute?
Mi capita tuttora di sentire la mancanza della mia famiglia, dei miei cugini ma la passione per questo sport mi ha dato sin da ragazzina la consapevolezza che avrei affrontato anche questo tipo di sacrificio per raggiungere risultati importanti.
Proprio così. A 14 anni mi sono infortunata al menisco, dai 27 ai 29 anni ho combattuto per ritornare in campo dopo due lesioni ai legamenti crociati, per i quali ho dovuto subire due interventi. La convalescenza è stata dura in entrambi i casi, ma a livello psicologico la seconda volta è stata molto peggio, dovendo rivivere il dolore e la paura. Il fatto di stare ancora in campo è la dimostrazione di quanto sia forte la mia passione.
Che tipo di allenamento ti permette di ottenere la miglior performance ?
La mia preparazione sportiva si basa soprattutto sull’atletica, mi alleno mattina e pomeriggio e nel programma di esercizi che svolgo quotidianamente c’è anche la parte dedicata al sollevamento pesi, per rafforzare e tonificare i muscoli delle braccia, fondamentali per la pallacanestro.
Segui regole ferree anche a tavola?
Dopo una colazione abbondante, che serve a dare lo sprint giusto a tutta la giornata, a pranzo e a cena mangio un primo o un secondo piatto con abbondante contorno di verdure. Certo , a volte mi capita di andare a mangiare fuori e di fare uno strappo alla regola ma penso sia umano!
E in casa sei tu a dilettarti ai fornelli? Il tuo piatto forte?
Devo dire che mi piace cucinare, fatta eccezione per quelle volte in cui la stanchezza post-allenamento vince sulla fantasia culinaria! Il piatto che amo preparare più di tutti è la melanzana alla parmigiana, per onorare le tradizioni meridionali della mia famiglia, con una mamma siciliana e un papà calabrese non potrei fare altrimenti!
Donna in carriera e moglie felice. E se arrivasse un figlio, giocherebbe a calcio o basket?
Ho sempre pensato che un figlio è proprio ciò che completa l’anello famigliare ed è ovvio che stiamo maturando questo dolce pensiero… Diciamo che se fosse un maschietto magari giocherebbe a calcio col papà e nel caso di una femminuccia la farei crescere a colpi di canestro. Scherzi a parte, ben venga qualsiasi tipo di sport, l’esperienza migliore a mio parere per crescere sia fisicamente che caratterialmente.
Qual è il vantaggio psicologico di uno sport di squadra come il basket?
Psicologicamente far parte di una squadra ti abitua a fare lavoro di gruppo, a condividere con gli altri, a mettere da parte l’egocentrismo e raggiungere un risultato tutti insieme.
A proposito di squadra, come vanno le cose nel tuo gruppo a Viterbo?
La nostra società ha puntato molto sulle giovanissime per cui ci è mancato un pizzico di esperienza per vincere qualcosa in più, ma questa squadra è come una grande famiglia, a partire da allenatore, presidente e preparatrice atletica che mi sento di ringraziare.
di Rara Piol