Fonte Nuova – Barillaro: “Commercio tra caro affitti e problema integrazione stranieri”

La crisi morde
“Nonostante il bilancio tra attività chiuse ed aperte sia in positivo, la crisi c’è e si fa sentire anche a Fonte Nuova come in tutta Italia. L’obiettivo che ci siamo posti come associazione commercianti è quello di creare aggregazione e fare in modo che si creino delle specificità. Fonte Nuova è un territorio che si trova fra due grandi poli commerciali come Porta di Roma ed il duopolio Roma Est-Tiburtino. È chiaro che non possiamo competere con le grandi offerte che questi grandi centri fanno. Dobbiamo rispondere unendoci nelle forniture, nella pubblicità, nel creare eventi come quello della Notte Bianca che siano anche una risposta sociale ai bisogni delle famiglie, con isole pedonali ed intrattenimenti. Portare aggregazione sociale, far sì che le strade di Fonte Nuova diventino un grande centro commerciale all’aperto, è qualcosa da cui i commercianti possono solo trarne beneficio. Se favoriamo l’aggregazione sociale ci sarà anche una maggiore predisposizione degli abitanti nello spendere all’interno del territorio, perché i consumatori sanno che quei soldi spesi nel negozio sotto casa serviranno a far girare tutta l’economia del paese. In periodo come questo dobbiamo essere uniti. Il motto l’unione fa la forza non è retorica. Ovviamente anche noi commercianti dobbiamo saperci specializzare perché non è più il commercio degli anni ’90. O si fa così o, purtroppo, si chiude bottega”.

 

La notte bianca
“La notte bianca dello scorso 5 Luglio ci ha dimostrato come l’unione fra i commercianti possa creare quella sinergia che permette di avere un surplus economico. La filosofia con cui è stata pensata sin da quando il presidente era Gianni Tulli, è quella per la quale la notte bianca sia un evento creato dall’associazione commercianti per ringraziare i cittadini di Fonte Nuova che durante tutto l’anno spendono nei negozi del paese. Quest’anno l’atmosfera è stata magnifica, specie nei giorni che precedevano l’evento. Abbiamo sentito veramente un clima d’attesa meraviglioso, con le famiglie che cercavano di sapere cosa ci sarebbe stato. Anche fra di noi c’è stata più che mai coesione. Basti pensare che perfino una sartoria, un’attività che durante la notte non avrebbe lavorato, ha voluto dare il suo contributo. La stessa cosa anche per esercizi commerciali che non si trovavano nell’area interessata dalla festa. Per noi vedere tanti ragazzi, tante famiglie che hanno partecipato è stata una grande soddisfazione. Quest’anno più che mai è stata rispettata quella filosofia di ringraziamento alla cittadinanza di cui dicevo prima e le 40.000 persone che hanno partecipato sono la testimonianza di un evento organizzato nel migliore dei modi”.

 

L’integrazione dei commercianti stranieri
“Nella nostra associazione abbiamo un solo tesserato extracomunitario. Ma questo non perché non li vogliamo, anzi. C’è un problema di integrazione con i commercianti stranieri perché spesso sono loro ad isolarsi. Con l’evento della Notte Bianca abbiamo provato a coinvolgerli ma, fatto salvo per il ragazzo che fa parte della nostra associazione ed un altro negozio di casalinghi cinese, molti non hanno voluto aderire. A questo problema se ne lega anche un altro legato al caro affitti. Un commerciante cinese magari riesce a pagare 3 o 4 mila euro di affitto perché nella maggioranza dei casi non pagano tutto quello che paga un commerciante italiano. Ci sono delle tasse, delle spese come quelle del personale, dell’insegna, dei passi carrabili, dei parcheggi che loro non pagano. Non c’è la volontà di chi invade il territorio a livello commerciale di aggregarsi e di partecipare. Ma da loro dobbiamo anche saper imparare qualcosa. Cosa ci dimostra il commercio cinese? Loro sono tutti insieme, riescono ad aggregarsi e ad aprire 4 o 5 negozi che hanno forniture simili, prezzi simili, con degli accordi fra di loro. Oltre a criticarli dobbiamo anche saper prendere spunto da loro, prendendo ciò che è positivo ma applicando anche quella che è la legge dello Stato italiano”.

 

Il caro affitti
“Uno dei problemi più sentiti dai commercianti in questo periodo è legato ai prezzi degli affitti dei locali commerciali. In questo periodo non si possono pretendere da un commerciante 3 mila o 4 mila euro di affitto. Se c’è stato un crollo del mercato immobiliare con il conseguente calo del costo per gli affitti delle case, la stessa cosa deve accadere con i prezzi d’affitto dei locali commerciali. Abbiamo intenzione di porre la questione alla nuova giunta Cannella ed aprire una tavola rotonda dove poterci confrontare sia con le istituzioni che con i proprietari degli immobili. Noi poniamo delle problematiche, cerchiamo anche di fornire delle soluzioni. Purtroppo non sempre le abbiamo ed è per questo che teniamo a rapportarci con le istituzioni. Le questioni che poniamo sul tavolo sono di interesse trasversale, non hanno colore politico ed è esattamente in questo modo che ci siamo raffrontati anche con la precedente amministrazione. Il muro contro muro non porta a niente e non serve a nessuno”.

Marco Scipioni

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