Tor Sapienza, seconda notte di proteste davanti al centro d’accoglienza. Scontri con la polizia

I motivi della protesta

“Ieri sera hanno provato a violentare una ragazza nel parco di via Tranquillo Cremona – urlano i manifestanti -. Questi del centro di accoglienza sputano sui passanti, lanciano oggetti, mettono la musica araba a tutto volume durante la notte. Non ne possiamo più di questa inciviltà!”. Continuano così le proteste dei residenti di Tor Sapienza, borgata dell’est romano, già balzata agli onori della cronaca per i roghi tossici del campo rom di via Salviati ed i problemi di sicurezza. Stavolta la rabbia dei residenti si è riversata, nel pomeriggio di martedì 11 novembre, contro il centro di accoglienza di viale Giorgio Morandi, al cui interno vengono attualmente ospitati circa 60 richiedenti asilo, tutti minorenni. “Ieri notte per noi è stato un incubo – racconta uno degli operatori della cooperativa che gestisce il centro –, I ragazzi sono costretti a restare segregati nelle proprie stanze, abbiamo paura. La ragazza che dice di aver subito l’aggressione parla di uomini dell’est, ma qui sono tutti africani”.

 

TorSapienza3I residenti bloccano viale Giorgio Morandi

Dopo circa mezz’ora passata nel piazzale di via Tranquillo Cremona in attesa del presidente del municipio Giammarco Palmieri, che non si è presentato, i residenti delle case Ater ed Isveur hanno deciso di fare a modo loro. “Basta violenze”, “basta furti”, recitano alcuni striscioni, mentre la folla si riversa per strada. La rabbia dei manifestanti è stata arginata solo dalla presenza delle forze dell’ordine, disposte davanti il centro di accoglienza, mentre la cooperativa, insieme ai ragazzi, si è rinchiusa dentro l’edificio.

 

Gli scontri con la polizia

Verso le 22.30 un gruppo di residenti è tornato alla carica con sassi e mazze, colpendo non solo l’edificio, ma anche le forze dell’ordine. Sono stati dati alle fiamme anche alcuni cassonetti dell’immondizia per tentare di fermare la carica della polizia. Per ora si conta un ferito tra le forze dell’ordine.

Le periferie sono al collasso, ma l’amministrazione continua a far finta di non vedere e di non sentire.

l.l.g.

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