Monterotondo – Gli ex dipendenti della Zauli si ritrovano dopo trent’anni

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Il pranzo, preceduto dalla Messa celebrata da Don Matteo della parrocchia dello Scalo, è stato l’occasione per ricreare e ricordare l’atmosfera di festosa famiglia allargata che si respirava negli uffici della storica cartotecnica di Fulvio Zauli, in cui tutti i presenti hanno lavorato fino alla chiusura dell’attività.
Durante il convivio sono arrivati telefonicamente gli auguri del Sindaco Mauro Alessandri, il quale ha mandato un abbraccio a tutti i presenti.

 

La Cartotecnica Zauli

Per chi non la ricordasse, la Zauli era una Cartotecnica fondata da Fulvio Zauli e dai suoi fratelli nei primi anni ’50, durante la ripresa che seguì il secondo conflitto mondiale. La prima sede dell’azienda era inizialmente a Roma, in via della Stelletta, abbandonata per il trasferimento a Monterotondo. Qui è ancora ricordata come un’attività storica della città.
La sede Eretina fu costruita in via Edmondo Riva, di fronte alla chiesa di Santa Maria, e diede lavoro a cento cittadini provenienti da Monterotondo e Mentana.
“Da Zauli si stampavano biglietti di auguri di tutti i tipi.” -racconta Norberto Brunacci che, con i suoi 87 anni, è l’ex dipendente più anziano dell’azienda – “Ero caporeparto e stampatore, ed ho iniziato la mia carriera a 18 anni. Il nostro lavoro era apprezzato anche all’estero, e si facevano spedizioni anche in Europa e in Africa. Con i colleghi ci siamo rivisti anche in passato, ma mai per una festa così partecipata. Ricordo ancora una gita a Bracciano, in cui c’era ancora anche Fulvio Zauli, ma è stato anni fa. Sono contento di aver rivisto tutti e di essere qui, loro sono i miei fratelli infondo”.
Assieme a Norberto c’è anche Tito Zauli, figlio di Fulvio Zauli, che ricorda per noi cos’era l’azienda: “Era un’attività in cui si respirava quasi il clima delle botteghe artigianali. C’era vicinanza tra tutti noi, si lavorava con grande armonia come in una famiglia allargata: c’erano i ruoli e le responsabilità, è vero, ma c’era tanto rispetto. Ed era questo il senso del nostro lavoro. All’epoca si era persone, prima che numeri”.

 

La Festa
La ricetta per ricreare il clima di cui Norberto e Tito hanno parlato, è stata quella di unire un pasto ricco e familiare alle chiacchiere e all’intrattenimento dal vivo.
Così dopo la lettura di una poesia, “Per Rivederci Ancora”, è stata la volta di antipasti all’Italiana, cannelloni al ragù e pasta al forno, arrosti misti e contorni, fino ad arrivare ai dolci e alla torta commemorativa all’evento.
Tra una portata e l’altra sono riaffiorati i ricordi del passato sfogliando foto d’epoca, e non sono mancati i balli di coppia e di gruppo, accompagnati dalla musica live del Sassofono di Roberto Mancini
“Sono emozionato di aver ritrovato amici e colleghi,” -ha commentato a tavola Alberto Rozzi, uno degli organizzatori – “e di essere riuscito a ricreare l’atmosfera in cui lavoravamo. In passato ci siamo rivisti nei ristoranti, ma volevamo fare qualcosa di diverso che avessimo potuto ricordare negli anni, ricreando l’ambiente di una volta. Sia per noi che siamo ancora qui, sia per chi oggi non c’è più”.
Marilena Mariantoni, padrona di casa e organizzatrice, ha concluso dicendo: “Erano anni che volevamo fare una festa organizzata tutta da noi, e ci siamo riusciti. 3-4 anni fa, una nostra collega ci chiedeva quando avremmo fatto una rimpatriata così: non è che la fate quando io sono morta, ci diceva. Purtroppo è venuta a mancare, così come un altro collega qualche settimana fa. Così io e Alberto ci siamo decisi a metterci all’opera. Vedere oggi la gioia nel volto dei miei amici è per me la soddisfazione più grande”.

Eugenio Nuzzo

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