Guidonia – Il bilancio non passa, l’amministrazione Rubeis è finita

A nulla sono quindi servite le dimissioni del facente funzioni, Andrea Di Palma, annunciate durante una conferenza stampa nella sala della Giunta lo scorso venerdì 10 giugno. Senza più numeri, e con la certezza che, una volta in consiglio, il documento finanziario non sarebbe passato, Di Palma annuncia “in anticipo” di qualche giorno il suo passo indietro.  Di Palma, fino all’ultimo rivolge un invito ai quattro consiglieri “dissidenti” – Anna Maria Vallati, Mario Valeri, Stefano Sassano e Aldo Cerroni – a riflettere sul voto di lunedì. “Sarebbe un atto grave per la maggioranza non votare il documento finanziario – disse durante la conferenza stampa -. Se il bilancio passa il centrodestra potrà nuovamente risedersi ad un tavolo”. Un intervento che ha fatto subito pensare ad una sorta di “ricatto”. Un’espressone che ha subito fatto drizzare le orecchie: “Che significa, che poi ci ripensa? Ha 20 giorni di tempo”.

 

Ma così non è stato, e dopo più di sei ore di discussione, tra interventi e dichiarazioni di voto, alle 1:53 la decisione del consiglio non lascia scampo: 13 “no” al bilancio che sanno di “capolinea”. Decisivi i quattro dissidenti che, insieme all’opposizione (M5S e Pd) sono stati di fatto la maggioranza dell’aula.

Iniziato alle 19, tutti i consiglieri presenti, era ormai evidente l’epilogo, ma per le successive ore si è assistito ad una discusisone fiume dove al centro c’era solo lui: Rubeis. Da destra a sinistra la conferma di un ruolo che solo il sindaco avrebbe potuto ricoprire, ma che negli ultimi 11 mesi Di Palma (con Rubeis ai domiciliari) non è riuscito a ricoprire, perdendo pezzi di maggioranza e alla continua ricerca di consenso. Anche le sei ore di aula consiliare hanno confermato questo atteggiamento: il voler tirare alle lunghe un destino già scritto.

 

Cosa succederà ora? Nelle prossime ore ariverà un decreto del Prefetto di Roma con la nomina di un commissario prefettizio che guiderà la città fino alle urne, indicativamente tra un anno. E c’è la consapevolezza che se il consiglio si fosse scuolto a febbraio, anche Guidonia vebbe potuto partecipare alle amministrative dello scorso 5 giugno. 

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