“Quando ho deciso di candidarmi come Sindaco di questa città, l’ho fatto con il fine di fare il ‘bene comune’ – scrive Cannella -. Non ero e non sono un politico di professione, non avevo bisogno di uno stipendio, avevo voglia di prendere un impegno per migliorare Fonte Nuova. Ma è proprio questa ottica del ‘bene comune’ che ho visto venire a mancare, e per questo non mi sono sentito e non mi sento di proseguire oltre il mio mandato”.
Cannella prova anche ad allontanare le ipotesi secondo cui le sue dimisisoni arrivano a seguito di fatti “superficiali o addirittra personali. Questo perchè ad aprire la “crisi”, da quello che si apprende, sarebbe stata la sua firma per assumere un membro del suo staff che si dimise mesi fa, tra le polemiche. “Ho sempre avuto fiducia nell’onestà politica, nel corso di questi due anni non ho mai avuto paura dei ricatti, ragioni per cui ho sempre preso ogni decisione serenamente e con la massima libertà”.
Mentre sull’ipotesi della mozione di sfiducia che il gruppo di maggioranza avrebbe preparato, dice: “Le firme raccolte non sarebbero state sufficienti per sfiduciarmi, ma sono state sufficienti a far emergere la divergenza nel modo di fare politica tra me e loro”. “I giorni che mancano da oggi al momento in cui cesserò dalla carica saranno giorni di impegno per i miei cittadini – conclude -, per risolvere le urgenze, portare a conclusione tutte quelle cose ancora a metà e presto darò spiegazioni ancora più precise”.
Il servizio completo sulle dimissioni del sindaco Cannella, e le altre parti politiche, nel nuovo numero del settimanale Tiburno in edicola da martedì 4 ottobre
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