Martellante l’invio di sms, chiamate a ripetizione e pedinamenti, fino all’abitazione della donna, dove sovente l’uomo sostava. La vittima parla di questa esperienza come “Di un incubo” perché l’uomo dimostrava comportamenti ossessivi, come quello di controllare la sua vita. L’uomo era già stato condannato per lo stesso reato ma continuava a opprimere la vittima in modo reiterato, azione che ha successivo determinato la sua colpa: “Il che conferma la sua incapacità di intessere sane relazioni sentimentali e di reagire in maniera normale alla fine di tali relazioni, e rende urgente il presente provvedimento cautelare”, ha spiegato il Giudice delle indagini preliminari del Tribunale tiburtino.
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