Un tuffo nel lago ghiacciato, la sfida di Alessandro Sabucci

La kermesse che si è tenuta il 27 e 28 gennaio “è l’evento più atteso dell’anno per la comunità subacquea” ha spiegato Alessandro, cinquantenne di Tivoli, istruttore presso la scuola subacquea di Palombara Sabina che ha già partecipato ad altre 5 edizioni.
Si tratta di un’esperienza al limite, tra brividi di freddo e di emozione e soprattutto tanta adrenalina: durante i due giorni sono state eseguite più di 170 immersioni e anche tuffi dall’elicottero da un’altezza di 4 metri.
sub 2 2osa si prova ad immergersi in un lago ghiacciato?
E’ un’esperienza particolare perché si tratta di un ambiente completamente diverso da quello marino a cui siamo abituati: è come camminare sulla luna, un magico percorso dove la prima sensazione è quella di perdersi per poi ritrovarsi all’uscita, infreddolito ma felice come un bambino di aver visto uno spettacolo mozzafiato. Pur avendo fatto immersioni in grotte e relitti e nuotato tra gli squali, credo che quella sul ghiaccio sia stata una delle esperienze più belle, anche se fisicamente una delle più impegnative: resistere 19 minuti nell’acqua alla temperatura di 1 grado non è facile!

Chi può partecipare all’evento? È necessaria una preparazione fisica particolare?
Può partecipare chiunque abbia un minimo di esperienza come subacqueo, non ci sono limiti di età -il più giovane quest’anno aveva 15 anni – basta essere sani fisicamente e non soffrire di claustrofobia. Io mi sono preparato per una settimana seguendo una corretta alimentazione, stando attento a non mangiare troppo o bere alcolici prima dell’immersione e controllando nei dettagli tutta l’attrezzatura.

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sub 3Si tratta di un’attività sicura al 100%? Quali sono le misure di sicurezza adottate?
Tutto avviene nella massima sicurezza: prima dell’immersione si svolge un corso di preparazione teorico in cui vengono spiegate tutte le procedure da seguire in caso di difficoltà. Sul luogo dell’evento sono presenti ogni anno la croce rossa e le sezioni subacquee di Guardia di Finanza, Carabinieri, Polizia e il nucleo sommozzatori della Polizia Urbana del comune di Milano. Durante l’immersione il sub è legato con una corda tramite la quale può dare informazioni di sicurezza a chi sta all’esterno: ci sono “codici” in base ai movimenti della corda per indicare le diverse situazioni, dal “tutto bene” al “pericolo”.

Come nasce la sua passione per il Sub?
Pratico sub da 25 anni, possiamo dire che quest’anno siano le mie nozze d’argento con questo sport! (ride ndr). Si tratta di una passione che nasce paradossalmente dalla paura del mare e dalla voglia di superarla, poi è stata la  mia grande curiosità a spingermi in questo percorso. Oggi oltre ad essere istruttore mi occupo di riprese subacquee e ho anche un canale youtube in cui sono raccontati in video i miei ultimi 10 anni di immersioni. A volte ho ceduto le mie riprese a emittenti tv nazionali e locali.

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Perché consiglierebbe ad altri di avvicinarsi a questo sport?
Perché “subacqueo è una scoperta” come diceva Jacques Costeau. La prima volta che ho messo gli occhi sotto l’acqua ho cambiato il mio modo di vivere, scoprendo un mondo nuovo e sconosciuto che racchiude infinite bellezze. La prima cosa che senti è il silenzio, meraviglioso, poi il tuo respiro che ti accompagna durante tutta l’immersione. A livello mentale è come stare dentro un film d’avventura, ma invece di “guardare” sei tu che vivi in prima persona l’emozione, sei coinvolto con tutti i sensi, a 360 gradi.

 

Quali sono le regole fondamentali dell’immersione subacquea?
Le basi sono il rispetto per il mare, la conoscenza di se stessi e del proprio corpo, l’attenzione per la sicurezza: avere tutte le informazioni necessarie sul luogo in cui ci si immerge, immergersi sempre in coppia, calcolare ogni eventualità negativa che potrebbe verificarsi ed essere pronti ad affrontarla. L’immersione non si improvvisa ma va pianificata nei minimi dettagli.

Prossimo obiettivo dopo questo tuffo gelato?
Il prossimo viaggio che ho in programma è alla scoperta delle grotte di Palinuro.

 

di Elena Giovannini

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