di Eusebio Ciccotti
Il vice-preside della Ramona High School di Ramona (California), Andres Ramos Martín, ha rilasciato a Martina Sperandio, 17 anni, studentessa del 4° anno del Linguistico presso il Liceo Majorana di Guidonia Montecelio, che ha passato un anno scolastico in USA, un certificato di apprezzamento dai toni sinceramente entusiasti.
Così scrive Ramos Martín: “It is of this humble Counselor’s opinion that Ms Martina Sperandio served as a wonderful Ambassador of Italy who attended Ramona High School. She constantley observed our rules and upheld them with the utmost respect and highest of integrity. I am very confident that Martina will be highly successful in whatever field she chooses in the future. (…) Lastly, she was a guest speaker to many of our classes leaving everyone impressed about Italian culture”. Abbiamo sentito Martina (25 luglio) a pochi giorni prima del suo rientro in Italia.
Quale è stata la prima impressine appena arrivata in USA nell’agosto del 2019?
Appena atterrata ho preso le mie valigie ed ho incontrato la mia nuova famiglia. Dall’aeroporto siamo andati direttamente ad un party di una amica della mia host sister (la figlia della famiglia in cui sono andata a vivere, n.d.r.). Ero stanchissima ma arrivati a casa di questa amica ho conosciuto tutti gli amici della mia host sister, e come da italiana mi sono presentata a tutti dando due bacetti sulla guancia. Non lo avessi mai fatto. Loro non usano questo saluto e alcuni non l’avevano mai visto fare prima; quindi, all’inizio mi hanno preso per una tipa strana. Comunque il party era su uno yacht ed era esattamente di fronte alla città di San Diego. È stato bellissimo, anche se non capivo l’inglese e non conoscevo nessuno. La prima cosa diversa che ho notato, appena arrivata, erano le strade e le macchine. Rispetto all’Italia sono enormi. Dopo il party l’impressione dell’America per me era “Wow, questi americani sanno come divertirsi!”.
Come ti ha accolto la famiglia americana in cui ha vissuto?
Non avrei abbastanza aggettivi positivi per descrivere il bellissimo rapporto che abbiamo creato. Ormai ho una seconda famiglia! Loro per me sono tutto. All’inizio, la persona con cui ho legato di più è stata la mia host mom, ma solo perché passavo molto tempo con lei. Con la mia host sister (la figlia, mai coetanea, n.d.r.), all’inizio è stata un po’ dura parlarci, ma poi lei si è “sciolta” e ora siamo davvero inseparabili. Il mio host dad all’inizio non lo capivo, perché il suo accento mi giungeva un po’ particolare, ma col passare del tempo abbiamo iniziato a parlare e, pian piano, a capirlo perfettamente. Lui è la persona più buona del mondo. Mi mancheranno tantissimo.
Puoi parlarci della tua esperienza didattica e formativa americana? E, magari, abbozzare un confronto con la scuola italiana?
La mia high school (Ramona, n.d.r.) non è molto grande rispetto alla media americana (cioè, per me sì: era enorme ma qui tutti gli americani dicono che rispetto alle altre high school è molto piccola). Circa 1000 studenti, metà del Majorana-Pisano, ma strutture e servizi incredibili! Siamo indietro di cento anni. Inoltre, secondo me è molto organizzata. La scuola iniziava alle 7:20 e terminava alle 2:15 pm. Avevamo circa 45 minuti di lezione ed ogni volta che finivamo una lezione avevamo 6 minuti per cambiare classe. Ricordo ancora tra la terza e quarta ora avevo le classi che stavano nel lato opposto del campus e dovevo fare le corse. Comunque, tra la quarta e la quinta ora c’era il pranzo che durava 40 minuti circa e gli studenti dell’ultimo anno, chiamati “senior”, potevano lasciare il campus.
Le scuole americane lasciano molto più spazio allo sport e alla vita sociale rispetto alle scuole italiane, ma in compenso la preparazione che viene data nelle scuole italiane non è comparabile con quella data nella scuola americana. Anche il metodo di studio è diverso. Qui non danno molte pagine da studiare e ricordare su cui poi tarare le verifiche. Qui spiegano un concetto e ti ci fanno fare un test sopra, ma ogni cosa che spiegano te la ricordi bene, anche dopo tanto tempo. Una didattica diversa da quella italiana: noi abbiamo un approccio storico, e poi abbiamo più materie “obbligatorie”.
La maggior parte degli studenti rimane a scuola il pomeriggio facendo sport o varie attività. Le materie puoi sceglierle tu e devono essere minimo 4 e massimo 6, ma per avere 4 o 5 materie devi possedere dei requisiti. Ho deciso di seguire alcune materie il primo semestre e poi le ho cambiate per il secondo. Non ero obbligata a cambiare delle materie nel secondo semestre, ma siccome intendevo prendere il diploma americano, erano richieste più materie, così ho optato per il cambio. E ce l’ho fatta.
I professori sono bravissimi, ti aiutano, e c’è rispetto tra lo studente e il “teacher”, ma allo stesso tempo è come se anche loro fossero studenti. Il rapporto che si crea sembra quasi familiare, è bellissimo. All’inizio ovviamente tutti si chiedevano chi fossi e non potevo neanche capire le domande che mi venivano poste, ma sono stati tutti molto carini con me.
Dunque, all’interno della stessa scuola, abbiamo una opzione didattico-formativa più ampia nel sistema statunitense…
Infatti, ripeto, Per quanto riguarda le materie scolastiche qui c’è una scelta vastissima e tu fai quello che ti piace, anche se ci sono 3 materie che sono obbligatorie ovvero, inglese storia e matematica. Ma per le altre scegli tu. Secondo me è meglio rispetto al curriculum italiano, perché a questa età hai già le idee chiare su quello che vuoi fare da grande. Attività didattiche diverse sono i club pomeridiani, che sono di pittura, di cultura militare, di musica, ecc. Oppure ci sono gli sport, quando entri a far parte di un team è molto importante e guadagni crediti per il college.
Tornando alle materie scolastiche, qui sono tantissime e neanche le conosco tutte, ma ad esempio io mi sono innamorata dell’anatomia. Oltre allo studio facevamo “Laboratorio”. Mi è capitato di studiare la carne di una gallina aprendola e studiando anche la struttura delle ossa. Ma ci sono diverse “classi” (per noi “materie”, n.d.r.) come psicologia, giardinaggio, una classe per studiare i motori delle macchine, una per studiare l’aviazione, oppure critica, economia e civica, fotografia… insomma diverse classi. Un’altra cosa è che esistono “AP” classi superiori che se le frequenti in high school poi non devi rifare in College. Sono leggermente più difficili; ne ho frequentate alcune e non leho trovate così difficili. Vale la pena seguirle in high school, perché rendono la vita più semplice in college.
Come hai passato i week end?
Qui hai davvero tante possibilità di divertirti. Per esempio, hanno diversi club, hanno una banda, poi alcune persone che vogliono fare i militari fanno già dei corsi. Ogni venerdì sera da settembre a dicembre c’era la partita di football e tutta la scuola andava a tifare per la nostra squadra. E tutte le cheerleaders impegnate a far le coreografie! … La prima volta mi sembrava di essere in un film. Con gli amici, a partire dal venerdì si va in piscina, si organizzano escursioni, gite, si va alle feste … e poi spesso a San Diego, che è a due passi da Ramona. Inoltre, con la host family, diversi week end li abbiamo dedicati alla California. Splendida! San Francisco, Los Angeles, Hollywood, Santa Monica; Santa Barbara… Poi in Nevada, a Las Vegas…
Come stai programmando il tuo futuro scolastico: pensi di continuare i tuoi sudi in USA?
Assolutamente sì. Quest’anno mi sono anche iscritta per il College, qui l’High School dura 4 anni. Stavo pensando di rimanere e non tornare in Italia. Ma poi, pensandoci bene, mi manca solo un anno in Italia per prendere il diploma e dopo di ciò mi ritrasferirei qui in America. Già so quello che voglio dal mio futuro e sono molto decisa sul fatto di tornare qui per il college. Amo tutti gli amici in Italia e la mia famiglia, ma personalmente mi trovo molto meglio a vivere qui. Ormai ho una nuova vita e mi sento felicissima in America.