Carlo Sini, il filosofo che esalta il discorso comune in opposizione alla scienza

Pubblichiamo su richiesta del web l'ultima domanda posta dalla nostra giornalista A.Iantaffi al Prof. Carlo Sini

Perché il popolo non riesce, se non per brevi periodi, a prendere consapevolezza della propria funzione, del proprio potere?

Riflessioni sulla mancanza di tempo, il consumatore-suddito, le fake news e la comunicazione nella post modernità

Per Socialisti e Marxisti è stato molto difficile convincere i lavoratori che erano un’entità che si poteva coalizzare, che poteva perseguire finalità comuni, anche attraverso il sacrificio personale e gli scioperi. È stato molto difficile ma si è realizzato perché esisteva questa categoria, si trattava di renderla consapevole a coloro che ne facevano parte, dicendo loro che erano una forza che potevano esercitare politicamente. Il consumatore allo stato attuale è un suddito, anzi è proprio uno schiavo. È legato alla macchina dell’Industria come una conseguenza, come l’operaio era legato alla macchina dell’industria, e poi attraverso la rivoluzione socialista ha preteso di non essere più semplicemente un prodotto della macchina, un’appendice della macchina, ma di avere una contrattazione politica con il datore di lavoro. Così dovremmo noi immaginare che diventi il consumatore. Ma come immaginarlo? Il consumatore è suddito, psicologicamente
asservito, per sua natura. Siamo di fronte a questa catastrofe che non sappiamo come affrontare: con la psicologia? Con la filosofia?
Con la religione? Non appena il discorso diventa un po’ più serio scappano tutti: non hanno voglia, non hanno tempo. Il mondo in cui vivono gli ha mangiato ogni tempo e sono sempre di corsa a fare qualche cosa di cretino che per loro è vitale.

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