TIVOLI – Boxeur perseguitata per mesi, condannato l’ex

Venti mesi di reclusione per stalking ad un 44enne idraulico tiburtino e divieto di dimora in città fino a giugno

Quando gli comunicò che l’amore era finito, per lei era iniziato l’incubo: sms, lettere, messaggi su Facebook da profili falsi, appostamenti sotto casa. Uno stillicidio interrotto dopo svariate denunce per stalking da parte di Greta Del Fabbro, 43enne romana dal 2015 trapiantata a Tivoli, pugile professionista pesi Mosca e insegnante di boxe.

Ieri, giovedì 7 gennaio, l’atleta ha ottenuto la giustizia richiesta dal Tribunale di Tivoli. Il giudice Giovanni Petroni ha infatti condannato l’ex compagno ad una pena di venti mesi di reclusione a fronte dei due anni e mezzo richiesti dalla Procura. Tuttavia all’uomo, incensurato, non è stata concessa la sospensione della pena e sarà sottoposto al divieto di dimora a Tivoli fino a giugno. L’ex è A. C., un 43enne idraulico tiburtino che dovrà risarcire la donna di 3 mila euro e rimborsare 1.400 per le spese legali l’avvocato di parte civile Simona Salvatori.

La vicenda era stata resa di dominio pubblico dalla stessa Greta Del Fabbro su Tiburno il 18 giugno 2020. Una settimana prima i carabinieri della stazione di Tivoli avevano notificato l’ordine di divieto di dimora nel Comune di residenza e l’allontanamento dalla vittima richiesto dal sostituto procuratore Andrea Calice. Il magistrato aveva ritenuto fin da subito fondate le denunce di Greta Del Fabbro, una donna forte nel corpo e nello spirito, rimasta vedova nel 2011 dopo la morte del compagno a causa di un male incurabile e con una bambina da crescere oggi adolescente.

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La prima richiesta di aiuto da parte di Greta risaliva al 20 ottobre 2019, il giorno in cui mise a verbale le angherie subite dall’uomo che aveva iniziato a frequentare nell’estate del 2015 in una relazione altalenante culminata in una convivenza burrascosa durata un anno a causa di due diversi caratteri e stili di vita, di diverse scelte etiche che avevano finito per logorare il legame. Ai carabinieri Greta raccontò di appostamenti sotto casa e nei posti più insoliti, perfino vicino alla scuola della figlia, una situazione che la costrinse a cambiare abitudini di vita per tutelare se stessa e soprattutto l’adolescente. Bloccato il numero dell’ex per le chiamate in entrata e su Whatsapp, l’esposto non deve aver spaventato granché l’idraulico.

Con l’esplosione della pandemia e il Lock Down per arginare il contagio del Covid-19, A. C. continuò a tartassarla di sms sul cellulare e messaggi su Facebook con falsi profili per non farsi riconoscere. Per questo il 17 aprile 2020 Greta presentò la prima denuncia chiedendo una misura all’Autorità giudiziaria per tutelare lei e la sua bambina. Il 23 maggio, una seconda denuncia per riferire nuovi episodi avvenuti il 19 maggio e il 21 maggio. Quindi altre due denunce. Una del 25 maggio e una seconda il 30 maggio, giorno in cui l’uomo si presentò di nuovo sotto casa portando via il barboncino della donna. Fu la goccia che ha fatto traboccare il vaso. I carabinieri ottennero dalla Procura l’ordine di allontanamento che il giudice Petroni ieri ha convalidato fino al 10 giugno prossimo.

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“Il mio ex non si è dimostrato pentito neppure dopo il verdetto – commenta Greta Del Fabbro – e questo mi preoccupa. In ha avuto un atteggiamento strafottente, uscendo fuori due volte durante la requisitoria del pubblico ministero ed è stato ripreso anche dal giudice. La sentenza? Per queste vicende le pene non sono mai congrue: mi aspettavo una restrizione maggiore per prevenire eventi peggiori di quelli già commessi, anche perché è imprevedibile e nulla gli vieta di venire a Tivoli. Lo ha dimostrato anche recentemente scrivendo dei post su Facebook che ho consegnato ai carabinieri. Tuttavia il processo è stato molto veloce e purtroppo conosco iter giudiziari molto lenti anche in casi di estrema gravità”.

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