Caso risolto, il piccolo David può passare la Pasqua a casa con i genitori

Il bambino affetto da Smard non poteva lasciare l'ospedale, perché a casa non erano arrivati tutti gli apparecchi e garantita l'assistenza

Una buona notizia, giusto in tempo per passare la Pasqua a casa insieme. Il piccolo David è stato portato a casa dai genitori Kiara e Patrick dopo le battaglie dei giorni scorsi. Infatti il piccolo di sei mesi non poteva essere trasferito, perché a casa la Asl non riusciva a fornire tutta l’apparecchiatura e l’assistenza necessaria.

“Grazie a tutti quelli che anche nel loro piccolo ci hanno aiutato a raggiungere questo traguardo” ha commentato la donna.

 

IL CASO

Al momento i genitori sono in attesa dei responsi dell’analisi genetica, ma con ogni probabilità David ha la Smard – Atrofia muscolare spinale con distress respiratorio.

Una vita stravolta quella di Kiara Magara e del compagno Patrick Damian Geras. Lei lavorava come coordinatrice di una produzione televisiva, ma dopo il Covid e con la situazione attuale è rimasta senza lavoro. Il compagno invece fa il gastronomo in un bistrot e lavora a singhiozzo.

Nei giorni scorsi la famiglia si era rivolta all’associazione “La chiave di volta”, organizzazione di volontariato e dall’avvocato Maria Dolores Broccoli, esperta nella materia di disabilità.

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Per dimettere il piccolo David, la Asl doveva garantire che a casa ci fossero i macchinari e il personale adeguato al caso. Solo così si può infatti attivare il Cad (centro assistenza domiciliare) per sei ore al giorno, come previsto. Dopo quasi un mese le apparecchiature sono arrivate tutte, ma non si riusciva a sbloccare la situazione legata al personale che lo doveva assistere. Infatti la Asl Roma 5 ha tre cooperative accreditate che possono svolgere il servizio, ma a quanto pare non sono in grado di garantire il servizio in questo momento. In particolare manca il personale infermieristico. Così dai primi di febbraio la situazione è entrata in fase di stallo e il piccolo David è dovuto rimanere all’ospedale con i genitori che lo potevano vedere solo quattro ore al giorno con enormi sacrifici.

 

ERA ENTRATO IN OSPEDALE IL 23 DICEMBRE

Il piccolo David è entrato all’ospedale il 23 dicembre dello scorso anno. Aveva appena tre mesi e non mangiava, così i genitori preoccupati lo hanno portato a far visitare. Da allora non è più uscito del Bambino Gesù, passando da un reparto all’altro. Dapprima sono iniziati gli accertamenti perché sembrava avere un problema neurologico, poi ha avuto un tracollo respiratorio ed è stato sottoposto a un intervento di tracheotomia.

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Dal 4 gennaio per due settimane è stato ricoverato in terapia intensiva, ma dai primi di febbraio risulta dimissibile. Ossia l’ospedale ha avviato le pratiche per farlo tornare a casa, ma prima deve verificare che qui lo aspettano macchinari e personale adeguato.

C’è voluto del tempo per risolvere la questione degli apparecchi, perché la richiesta di assistenza domiciliare dall’ospedale è partita il primo febbraio e solo un mese dopo sono arrivati a Tor Lupara. Un elenco lungo, di macchinari anche complessi: i ventilatori, due aspiratori, un saturimetro e umidificatore per tracheotomia, un nutripompa. Solo per citare i principali.

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